Cosa c'entra Leopardi con Yoga? Ero in momento di “stallo” sulla stesura di un programma. La mia mente era indaffarata a cogitare sull’impegno ma quell’evento imprevisto aveva aperto un varco a una possibilità : l’Infinito, inteso come Coscienza cosmica, Verità, Dio o come si vuole chiamare, era presente (come sempre) in me...

Nel 2018, su invito di un’amica, vado a prendere una lezione di Yoga in un bellissimo studio nel quartiere Trieste, che non è proprio dietro casa e per chi è di Roma dietro casa è fondamentale per vivere senza impazzire...

Finalmente siamo tornati! Ci sono volute settimane di lavoro e di silenzio per passare da una struttura a un’altra e ora eccoci qui. Abbiamo scelto una veste più fresca, ma la sostanza, la nostra ricerca, il nostro impegno volontario, è rimasto lo stesso...

Un convegno ha confermato la posizione centrale della meditazione come pratica spirituale e anche come oggetto di studio scientifico. La meditazione si è rivelata utile anche nello sviluppo delle soft skills, le competenze trasversali, come la creatività, la capacità di risolvere problemi e di lavorare in squadra, migliorando le relazioni interpersonali e contribuendo ai processi di inclusione e integrazione sociale...

L’Intelligenza non è coscienza, consapevolezza. Nulla potrà sostituire la percezione. Alla domanda “Cos’è la vita?” non possiamo rispondere con definizioni perché la risposta passa attraverso infinite trame che ci riguardano così intimamente, ed è in continua trasformazione...

Quando pensate al Tantra, pensate a orgasmi cosmici? In realtà il Tantra consegna le chiavi per trasformare la nostra energia vitale in energia spirituale. La via tantrica è molto seria e porta a uno stato profondo di realizzazione...

Il titolo del libro «Esperimento con l’India» di Giorgio Manganelli mi ha immediatamente ricordato il testo scritto dal Mahatma Gandhi, «Esperimenti con la verità». Una scelta non casuale.

«Le contraddizioni rendono unica l’Africa: è un silenzio mistico, disperazione e speranza. Un antico mondo muore e uno nuovo nasce. Se vai là sarebbe utile anche sapere la loro lingua, ma non è necessario. Io parlo solo in napoletano...».

Tre storie tra tante possibili, che testimoniano come la musica sia il linguaggio di un’altra dimensione corporea: Beethoven, Gould e la Franklin. Ludwig Van verso i 32 anni aveva un udito ormai compromesso, che sarebbe scomparso totalmente dopo i 40 anni. La sua memora musicale accumulata sino a quel periodo lo sostenne per tutta la vita, sopperendo con la mente all’incedere fantasmagorico dell’imponente orchestrazione immaginata. Utilizzava strumenti di supporto come il "timpano", un apparecchio acustico primitivo, per cercare di amplificare i suoni. Più tardi, quando l’udito era ormai completamente scomparso, utilizzò anche una bacchetta di legno che mordeva mentre era appoggiata alla cassa armonica del pianoforte.

Mi sono lasciata alle spalle le sale di marmo del Parlamento per camminare nei campi della mia nuova proprietà, alla ricerca di libertà e semplicità. E ora trascorro parte delle giornate curando la terra, raccogliendo frutti maturi e creando profumati mazzetti di lavanda...

Sono giorni che mi interrogo sul senso della vita. Non "che senso ha vivere", perché lì sarebbe facile per me rispondere: "Per amare, per conoscere, per ridere, per cercare di fare del bene, per farsi perdonare il non-bene, per sperare, per progettare, per fare all’amore, per cucinare, per suonare, per ascoltare jazz e Bob Dylan e Taylor Swift…". No, mi interrogo sul senso che ha la nostra, la mia, vita in rapporto all’Universo, ai milioni di anni passati e futuri, alle galassie e ai buchi neri. Qual è il senso del vivere? A lungo ho pensato che avrei almeno dovuto lasciare qualcosa, un libro, una canzone, un pensiero. Poi ho fondato un giornale, scritto tre libri e inciso tre dischi e ho capito che tutto questo non poteva essere il senso.

Il mio viaggio di nozze in Malesia rivelò un testo di cui solo anni dopo avrei compreso l'importanza. E che è stato il segno di un destino.

Il romanzo d’esordio di Milena Palminteri, Come l’arancio amaro, intreccia le storie di tre donne - Nardina, Sabedda e Carlotta - ambientate nella Sicilia tra gli anni Venti e Sessanta del Novecento. Il racconto, infatti, offre anche uno spaccato della realtà sociale e storica dell’isola. Carlotta è una donna di 36 anni convinta che chiunque ami la lascerà. Cresciuta in un ambiente familiare freddo e distante, si rifugia nel lavoro all’Archivio notarile dopo aver abbandonato il sogno - ritenuto prerogativa maschile - di diventare avvocato.

Ascoltarsi, prendersi cura dei bisogni del sé interiore, fa la differenza. Lasciamo che le cose accadano. Potremmo accorgerci che siamo cambiati e...

Il buddhismo è ormai entrato nell’immaginario e nella cultura occidentale, italiana, anche a nostra insaputa. Alcune persone hanno deciso di seguire questa via, altre ne sono semplicemente attratte e comunque i principi scaturiti dalla predicazione del Buddha hanno intriso la nostra quotidianità e il pensiero comune. Uno degli intellettuali che ha maggiormente avvicinato il buddhismo alla nostra realtà, con parole semplici ma adeguate, è Stefano Bettera, filosofo, scrittore, divulgatore, che opera anche nel cuore del buddhismo italiano. Tra i suoi libri ricordiamo Felice come un Buddha.

Si sono concluse un paio di settimane fa le due tappe italiane del The Eras Tour, tournée mondiale della cantante statunitense Taylor Swift che, dopo 13 anni dal suo ultimo concerto in Italia, ha fatto ritorno nel nostro Paese. Quando era venuta nel 2011, durante lo Speak Now Tour, il concerto al Mediolanum Forum di Assago rappresentò un flop totale: solo 3.421 posti venduti contro una capienza di 5.585. Praticamente, lo stadio era riempito solo a metà. Anno dopo anno, tour dopo tour, naturalmente le speranze di rivedere Taylor sul suolo italiano sbiadivano sempre di più.

Nella vita virtuale siamo giudici, saggi, perfetti, sicuri, indipendenti… nella vita reale sappiamo confrontarci? Imparare reciprocamente? O siamo troppo terrorizzati di sbagliare, essere contestati, e di fare la figura degli imbecilli?

I guru autentici sono servitori, non sovrani. È una lezione per noi insegnanti che ho appreso accanto a due maestri