In un altro articolo pubblichiamo la dura presa di posizione di Paola Campanini, una delle più conosciute. stimate e preparate insegnanti di Yoga d’Italia sul 21 giugno. Noi non facciamo politica, ma ho deciso di pubblicarla perché credo che dia voce a tante persone autentiche che vedono nello Yoga una via spirituale e non un’affermazione culturale di una nazione, seppure di quella che l’ha visto nascere.
Invece qui vorrei dare voce a chi, come me, celebrerà la Giornata internazionale dello Yoga, non in contrapposizione con la bravissima Paola, ma per affermare la convinzione che lo Yoga sia di tutti i ricercatori di qualsiasi nazione, razza, colore della pelle, casta o appartenenza socio-economica. Lo Yoga è patrimonio dell’umanità come lo sono le grandi religioni, il pensiero di Socrate e Platone e le canzoni di Bob Dylan e dei Beatles. Fa parte del nostro immaginario e ha dato all’uomo – non solo all’uomo indiano hindu – una via di liberazione dalle sofferenze.
Nel contempo questa “festa” ci dovrebbe rendere consapevoli che non siamo davanti a una pratica di fitness, che non è una via fatta per sciogliere le tensioni muscolari ed emotive (almeno, non solo), ma è una grande occasione di realizzazione, per scendere in profondità e osservare ciò che siamo veramente. Grazie a Paola e a chi ci dà un elemento in più per rendere il 21 giugno la celebrazione dell’inizio di un processo di liberazione e non un’affermazione di sé e dei tanti metodi che sono stati creati per l’ego di troppi insegnanti.
Scrive Giulia Borioli, ideatrice dello Yoga Festival e organizzatrice dello Yoga Day di Milano, che avrò l’onore di condurre a Milano: «In tempi difficili come questi, tra guerre, clima, migrazioni ed epidemie, conservare la speranza è vitale, essenziale. Ci aiuta lo yoga, ad esempio con il sankalpa, l’intenzione positiva che si pianta nella mente come seme di cambiamento e speranza nel futuro. Come diceva il Maestro Swami Sivananda Saraswati, per essere un buon yogin “Bisogna diventare estremamente ottimisti e positivi, sempre pieni di speranza”».
«Rispirazioni» è una organizzazione laica che esprime in maniera democratica le opinioni di ogni serio ricercatore, quindi non mi addentro nella politica di Modi (che non approvo) o nella follia populista e cospirazionista che sta infiammando il mondo e le coscienze. Le politiche che separano si combattono unendo. Si combattono proponendo cultura che permette alle coscienze di evolvere. Andrò sul palco dell’Arena di Milano a portare la mia convinzione che questa occasione, l’occasione dello Yoga, è da cogliere per darci una possibilità libera e democratica di riappropriarci di quel Quid che è dentro di noi. Nessuna politica, nessun ammaliatore, nessun narcisista potrà mai toglierci il senso della ricerca interiore.

Giulia Borioli sul palco dello Yoga Day (Foto Yoga Festival).


Il leggendario Yogi immortale è l’essere umano che completa l’evoluzione con la padronanza delle energie interiori e la realizzazione del Sé. E molte scuole tamil sostengono che il Kriya Yoga, reso famoso da Yogananda, abbia radici nel “Siddha Yoga” tamil...
Questo è un po’ il manifesto dello yoga che pratico e che insegno da quasi trent’anni. Lo yoga si occupa della domanda essenziale che abita ogni essere umano. Del mistero del vivere, del mistero dell’essere coscienti. Del “chi” siamo e “come” siamo. La parola “Yoga” indica uno stato, uno stato fondamentale della coscienza. Non è un percorso che conduce da un luogo a un altro, e neppure una ricerca di benessere. È la possibilità di essere consapevoli di essere vivi e di come lo siamo. La possibilità di sentirsi espressione di una realtà indivisa. La pratica di Yoga si fonda sull’Osservazione e sul Cambiamento.
Lavoro con la voce da cinquant’anni. È stata la mia compagna, la mia arma gentile, il mio specchio: la radio, la tv, il canto. Con la voce ho raccontato e ascoltato, ho cercato emozione, ritmo, verità. Ma più la uso, più capisco che la voce non è solo suono: è respiro che si manifesta, corpo che vibra, anima che prende coraggio e decide di farsi sentire. È la forma più diretta di presenza
La speranza di una donna che è scappata dall'orrore e ha cercato un futuro con i suoi figli su un'isola della Grecia. Ma ha lasciato l'amore della sua vita e non vuol sapere che lo rivedrà solo come nuvole nel cielo...
Per invecchiare meglio bisognerebbe leggere più libri sulla biologia e guardare meno pubblicità. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi. Perché i condizionamenti sociali sono enormi. Ma a prescindere dallo sviluppo tecnologico che l’umanità ha raggiunto, le domande sulla vita e sulla morte rimangono le stesse. Perché nasciamo, perché moriamo? Ai quesiti esistenziali senza tempo rispondiamo con trapianti e i ritocchi, mentre dovremmo imparare a meditare...
Mahavatar Babaji, il guru di Lahiri Mahashaya che ha portato il Kriya Yoga in tutto il mondo, è il protagonista di un nuovo libro scritto da Jayadev Jaerschky. Che ci spiega chi è quest'essere leggendario che Yogananda descriveva come «simile al Cristo»



