Nella mia Tradizione l’importante non è l’asana, ma la visione e la saggezza

Dice Swami Niranjanananda, erede di Satyananda: «Il secondo capitolo dello Yoga è una nuova visione dello Yoga, non come pratica, ma come vidya, una saggezza che va compresa, assimilata ed espressa nella vita». E poi ancora «risvegliare e integrare le facoltà di testa, cuore e mani». Qualcosa si muove nel mondo di questa via spirituale, non più con l'obiettivo di un corpo flessuoso, ma di una vita integrata. Ed era ora

Tra Tantra e Hatha, l’Amritasiddhi, uno dei primi testi della tradizione Hatha

Quando si parla di testi della tradizione Hatha, di solito si menzionano la «Siva Samhita», la «Gheranda Samhita» e l’«Hatha Yoga Pradipika». Ma nelle biblioteche indiane giacciono migliaia e migliaia di manoscritti in attesa di essere tradotti. Gli esperti sono pochi e quindi ci vuole tempo. Da poco, per esempio, è stato scoperto e tradotto un altro testo, l'«Amṛtasiddhi», tradotto da James Mallinson, e a sua volta tradotto in italiano dalla nostra Amalia Cornale

Uno yoga per l’estate (ma chiediamoci di che yoga stiamo parlando)

Yoga in spiaggia, yoga e trekking, yoga e aperitivo, sup yoga, Spritz yoga… La lista delle attività ricreative che vengono associate allo yoga è lunga. Questo fenomeno non deve affatto stupire. Basta studiare la storia dello Yoga per sapere che questo è l’effetto della commodification – la mercificazione – dello yoga, iniziata già negli Anni 90, e soprattutto della sua attuale commoditization, meccanismo che avviene quando un bene (in vendita) non ha in sé più nulla di originale da offrire, ma è diventato qualcosa di indifferenziato...

Antonio Nuzzo: «L’immobilità è la chiave per sviluppare la coscienza»

Il padre nobile dello Yoga italiano ed europeo da decenni insegna una pratica preziosa e fondamentale che purtroppo non si incontra spesso in questa disciplina: l’immobilità in āsana. È un concetto che ha sviluppato nel tempo, memore degli insegnamenti ricevuti dai suoi maestri, André Van Lysebeth, Swami Satchidananda, Swami Satyananda Saraswati e Vimala Thakar...

Lo yoga ha bisogno del Buddhismo per tornare a essere Yoga

«Imparare a prendersi cura del corpo, sì, ma anche ascoltare il proprio corpo». Il fatto che «la verità per essere vera si deve muovere perché altrimenti è un dogma, è qualcosa che ti blocca e invece di essere in consonanza con la vita ti fa essere in dissonanza». Sono alcuni dei concetti emersi nella festa milanese del Vesak. Che ha fatto emergere il bisogno di guardarsi dentro e ritrovare l'etica della vita e della società. Una capacità che dovrebbe essere assunta dalla via dello Yoga per tornare a essere un percorso di rivelazione interiore e di cambiamento profondo

Lo yoga e le mie paure: un’esperienza personale

Io sono atea, profondamente atea dall'età di 5 anni quando è morta mia mamma, ma è dallo yoga che ho trovato la serenità sufficiente non solo per accettare la mia precarietà, ma per dare un senso più ampio e generoso alla mia vita individuale. E a superare le paure più grandi

Il vero “risveglio della Kundalini” si riconosce dall’impronta che lasciamo nel mondo

Evitate chi promette “attivazioni garantite” o scorciatoie illusorie: molti cercano stati estatici e catartici indotti che possono essere pericolosi per la stabilità mentale. Il Kriya Yoga invece è una via progressiva che prepara il praticante a vivere una rivoluzione interiore quando il corpo e la coscienza sono pronti. Così avremo una reale trasformazione nel cuore, nella mente e nella vita quotidiana...

È nell’immobilità che i pensieri esplodono e possiamo intercettare la nostra reattività

«Yoga è governare gli aspetti sottili della personalità», dice Yogasutra. Gestire le emozioni, i pensieri, le reazioni, le sensazioni. E questo può avvenire solo nel silenzio della staticità

L’unico Yoga che ci serve è quello che ci consente di navigare in acque agitate

Il termine in questi anni ha perso la sua connotazione originale e originaria ed è diventato sinonimo di attività fisica. Mentre è sinonimo di ricerca interiore. Il passare da un’attenzione esterna a noi a un’attenzione all’interno di noi. E come facciamo? Questa domanda è il fulcro della pratica...

Quella volta in cui ho visto un ragazzo autistico meditare

Proporre una pratica di Yoga a persone autistiche o con la Sindrome di Down non è semplice poiché lo Yoga si basa sull’ascolto del corpo, sulla concentrazione, sulla presenza a sé. Quale consapevolezza o posture è possibile proporre a persone che sono totalmente assorbite dai loro automatismi fisici e mentali? Questa è la mia esperienza...

Ci credete? Sono 5 mila anni che abbiamo gli stessi problemi!

Ecco perché lo Yoga funziona da così tanto tempo: siamo strutturalmente gli stessi da sempre, ma questo metodo ci porta verso la consapevolezza totale che cambia la visione della vita e ci fa scoprire la nostra vera natura...

La pratica meditativa che cambia il nostro mondo

Osservare che non siamo sereni, siamo ansiosi, siamo inquieti, è parte della pratica. Ma Yoga non è “diventare più calmi”, ma realizzare il Sé, la nostra vera natura. E la mission è quella di essere utili all’umanità, al mondo, alla Storia. Di diventare più autentici, non affettati nei modi e nelle parole. Una rivoluzione epocale.

È nato Tryambaka, un gruppo di studio-Yoga di tre “rispiratori”

Durante i nostri incontri a Caprese Michelangelo, per i seminari di Antonio Nuzzo, nasce l’idea: mettiamoci in gioco, portiamo avanti un certo insegnamento, scagliamo la freccia in avanti. Qual è l’obiettivo? O come si dice oggi, la nostra mission? Diffondere lo yoga tradizionale, cioè lo yoga che si basa sui testi antichi e sulle tradizioni più autorevoli

Dal cuore ai mille petali, tutte le influenze dei chakra sulla coscienza

«Nel cuore si trova uno scintillante fiore di loto, con 12 petali, dove dimora il Prana, l’aria vitale principale...»: Andrea Fugazza termina l'analisi dei 7 chakra, dalla tradizione vedica a quella Yoga...

Da Muladhara a Manipura, il potere esistenziale dei primi tre chakra

I quattro livelli di esistenza condizionata nel corpo, assieme al quinto di realizzazione del sé, sono relazionati a specifici punti situati nel corpo fisico e sottile, a loro volta influenzati dall’energia dei Guna, chiamati Granthi e Chakra. Qui cominciamo con i tre vortici inferiori...

Da Satyananda a Van Lysebeth, i miei incontri con i grandi dello Yoga

Negli Anni 80 ho incontrato i più grandi Maestri grazie ai quali ho ampliato le mie conoscenze e proseguito nel mio percorso personale. Sono state tutte esperienze importantissime. Fino all'incontro della vita, quello con la mia maestra Gabriella Cella...

Se dopo la pratica affiora malessere è segno che ci stiamo purificando

Quando emerge una sensazione di generale turbamento o di irritazione non vuol dire che abbiamo praticato male. È che quando solleviamo il coperchio emergono lotte, competizioni, contrasti, ambivalenze. Che di solito nascondiamo o neghiamo. Invece con la pratica eliminiamo le tossine...

Così negli Anni 70 ho incontrato lo Yoga e i più grandi Maestri (prima parte)

Era il 1975, a Parma. Avevo un rapporto molto laico con lo yoga, tutti noi eravamo mossi da una sincera curiosità accompagnata da un certo distacco nei confronti del mondo esoterico e mistico; questa è stata una fortuna e non a caso nessuno di noi ha poi seguito anni dopo il filone New Age...