Il concetto di “risveglio della Kundalini” affascina sempre più persone attratte dalla crescita interiore, dalle pratiche energetiche e dalla trasformazione spirituale. Ma è un tema piuttosto serio e in questo universo variegato, non tutte le esperienze sono uguali. La Kundalini è tradizionalmente descritta come un’energia che risale la colonna vertebrale, passando attraverso i chakra principali. Dal punto di vista fisiologico, questa può essere correlata al flusso del liquido cerebrospinale (CSF) e all’attivazione delle catene neuronali che corrono lungo il midollo spinale, fino al cervello. Alcune si sviluppano dall’interno attraverso la disciplina e la purificazione, altre arrivano da stimoli esterni come il respiro o la trasmissione energetica. E la differenza è importante. Ho deciso due capire qualcosa di più a riguardo e attraverso un confronto fra approcci diversi che sembrano riferirsi alla stessa cosa, ma forse non è proprio esatto.
Kundalini Activation (KAP): Risveglio Indotto Esternamente
Negli ultimi anni si è diffusa la pratica del KAP, in cui un facilitatore dice di attivare un’energia che può indurre movimenti spontanei, emozioni forti e stati alterati di coscienza. Viene spesso descritto come un risveglio “senza sforzo”, una attivazione energetica passiva seguita da una esperienza intensa, anche senza esperienza pregressa. La Kundalini Activation può offrire “assaggi” mistici, ma senza una struttura interiore può risultare destabilizzante. Durante quello che chiamano impropriamente risveglio, le persone vivono esplosioni emotive spontanee: pianto, riso, estasi. Questo potrebbe indicare un’intensa attivazione del sistema limbico, a volte simile a quanto accade in stati psichedelici o nel respiro olotropico.
Respiro Olotropico: Catarsi e Guarigione attraverso il Respiro
Sviluppato da Stanislav Grof, il respiro olotropico è una tecnica di respirazione accelerata che induce stati di coscienza non ordinari. Pur non mirando direttamente al risveglio della Kundalini, molte persone vivono esperienze energetiche simili. Il respiro olotropico è una discesa nei propri abissi interiori. È potente, ma richiede preparazione e contenimento per non generare squilibri. Tecnica attiva e intensa per accedere a contenuti inconsci e traumi da elaborare. Scatena forti reazioni emotive e fisiche (pianto, tremori, visioni) e necessita di integrazione psicologica dopo l’esperienza.
Kriya Yoga: la Via Graduale del Risveglio Interiore
Il Kriya Yoga, reso noto da Paramahansa Yogananda, è una via spirituale antica che si basa su tecniche respiratorie (pranayama), concentrazione e visualizzazione. L’obiettivo non è solo risvegliare la Kundalini, ma realizzare il Sé attraverso la purificazione del sistema energetico e mentale. La pratica del Kriya è come scalare una montagna sacra: ogni passo è consapevole, radicato e trasformativo. Il Kriya favorisce un risveglio graduale e sicuro perchè richiede disciplina, purezza di intento e costanza nel controllo interno. Un vero risveglio della Kundalini è descritto come profondamente trasformativo, capace di cambiare in modo stabile abitudini, percezioni, identità. Il respiro caratteristico del Kriya stimola un micro-pompare del liquido cerebrospinale verso l’alto, potenzialmente attivando centri cerebrali profondi. Questo potrebbe coinvolgere la ristrutturazione delle reti neuronali e dei circuiti dopaminergici legati a motivazione, piacere, senso di significato.
Secondo le tradizioni autentiche, Kundalini è un’energia interiore che si attiva solo quando il corpo e la coscienza sono pronti. L’energia può essere mobilitata, ma il vero risveglio è irreversibile, trasformativo e guidato dal Sé interiore. E gli effetti collaterali? Quando il sistema nervoso non è preparato, il rilascio emotivo o l’attivazione energetica può sovraccaricare i circuiti, con effetti sgradevoli e potenzialmente pericolosi: dalle crisi di ansia o panico alla confusione cognitiva, disregolazione del sonno e dell’umore e persino sintomi simili a un disturbo neurologico funzionale. Quello che chiamiamo “risveglio di Kundalini“ potrebbe essere vista come una forma di neuro-attivazione spontanea e sistemica**, che coinvolge tutto l’asse corpo-cervello-coscienza. Quando avviene con preparazione e integrazione, può essere trasformativa. Quando è improvvisa o forzata, può generare confusione e disintegrazione temporanea dell’equilibrio psicofisico.
Cosa Sapere e Come Proteggersi
Per coltivare un percorso di crescita autentico, è importante partire dal radicamento, attraverso il contatto con la natura, la pratica dello yoga fisico e la respirazione profonda. Fondamentale è anche il lavoro emotivo consapevole, con il journaling (tenere un diario, ndr) e la meditazione. Serve sviluppare il discernimento (viveka) e la capacità di valutare le esperienze senza attaccamento (vairagya). Uno stile di vita sano contribuisce significativamentee. Infine, è essenziale affidarsi a insegnanti autentici, ed evitare chi promette “attivazioni garantite” o scorciatoie illusorie.
C’è una Via Giusta?
Se penso di andare da Milano a Firenze in barca, potrei non raggiungere la destinazione, o nel migliore dei casi fare numerose, inutili deviazioni. O trovarmi altrove. Ogni mezzo che scegli determina il tipo di strada che farai. Se cerchi profondità, il Kriya Yoga offre una struttura sicura. Se senti il bisogno di liberare emozioni e traumi, il respiro olotropico può essere temporaneamente utile. Se desideri esplorare stati di coscienza senza tecniche, la Kundalini Activation può aprirti delle porte. La vera domanda è: perché? Cosa cerchi?
Sapete cosa faccio e conoscete la mia scelta da 18 anni: il Kriya. Il mio grande dubbio riguardo gli altri metodi che ho preso in considerazione qui è che andrebbero affrontati con grande cautela e consapevolezza, che purtroppo manca se cerchiamo soluzioni esterne e veloci, quando facciamo per ottenere qualcosa. Krishna insegna ad Arjuna che il diritto dell’uomo è nell’azione, non nei frutti dell’azione. Fare ciò che è giusto, senza pensare al risultato o ciò che otterrai.
«Karmanye vadhikaraste ma phaleshu kadachana»
«Agisci senza attaccamento ai frutti dell’azione»
Bhagavad Gita – Capitolo 2, Verso 47
In ogni caso, il vero risveglio non si misura dall’intensità di un’esperienza, ma dalla trasformazione che lascia nel cuore, nella mente e nella vita quotidiana. Dall’impronta che lasciamo nel mondo.


Per la Cultura Vedica indiana, l’universo materiale viene manifestato eternamente dalla potenza interna del Signore, dove una parte del suo aspetto impersonale, il Tutto Assoluto chiamato Brahman, viene ricoperto da Maya, l’illusione cosmica...

In questo momento sembra che l’invisibilità sia diventata una condanna. I giovani dai social media e dalla società dei riflettori, sentono il bisogno di essere visibili per sentirsi importanti. Ma per inseguire il riconoscimento e il successo immediato, si rischia di perdere se stessi. Ma la nostra grandezza è determinata dalla qualità delle nostre azioni e delle nostre creazioni...

Il Sacro Catino è custodito nel Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo e si contende il “titolo” con il Santo Cáliz di Valencia. Le leggende sono tante e quelle letterarie e filmiche anche di più e questo testimonia il bisogno del sacro insito nell'uomo. Al punto che alcuni pensano che la reliquia sia l’idea che esista qualcosa che valga la pena cercare. Anche se non si troverà mai

...e quest’arte comprende la capacità di non considerare nostri i frutti dell’azione. Se agiamo in questa consapevolezza siamo sempre in equilibrio, sempre in pace, e le nostre azioni non generano più legami e successive reazioni, né buone né cattive. Quello che importa è che siano azioni in linea con il dharma

No, non si può conquistare come la padronanza del respiro o una certa attitudine a un asana. E non possiamo comprarla come provò Elvis Presley. È un dono quindi è gratis. Ma possiamo metterci nelle condizioni di riceverla con quattro atteggiamenti: studiare i testi della tradizione senza disperdersi, praticare con costanza, vivere la gratitudine, non avere strategia

La Pace non consiste in una vita priva di battaglie. Senza sfide non si cresce, senza intralci, non ci sono cambiamenti di direzione. Dove va tutto bene, dove regna la bonaccia, la vita, prima o poi, ristagna. Ogni ostacolo è un nodo da sciogliere, è un bivio che nutre. E non ha nulla a che vedere col pacifismo: è una qualità della nostra essenza che può divenire un terremoto che sconvolge chi incontra colui che la manifesta...