Lo studio dell’Università di Pisa guidato da Bruno Neri, docente di ingegneria elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e pubblicato su Frontiers in Psychology, offre una panoramica unica sulle basi neurali della meditazione, grazie all’analisi di un gruppo altamente specializzato: i monaci di Sera-Jey, famoso centro monastico tibetano situato in Karnataka, India. La ricerca, condotta in collaborazione con i monaci, si distingue per l’approccio scientifico incentrato su soggetti con un addestramento approfondito e un’esperienza di 20 mila di meditazione.
Il team di ricerca, composto da ingegneri e psicofisiologi, ha monitorato l’attività cerebrale, cardiaca e respiratoria dei monaci durante le loro pratiche di meditazione quotidiana. I dati raccolti sono stati analizzati nell’arco di diversi mesi e rappresentano un campione altamente omogeneo e qualificato, poiché i monaci di Sera-Jey seguono un rigoroso programma di formazione che li prepara per un percorso meditativo intensivo.
Questo tipo di pratica, che può arrivare fino a otto ore al giorno, è condotto in ritiri meditativi che possono durare anche anni. L’analisi delle registrazioni elettroencefalografiche, assieme a misurazioni delle funzioni cardiache e respiratorie, ha permesso di approfondire le modificazioni fisiologiche e neurologiche che si verificano durante la meditazione in soggetti così esperti.

Lo studio è particolarmente significativo poiché è l’unico nel suo genere ad avere accesso a un campione di monaci altamente addestrati, il che offre una visione dettagliata di come la meditazione influenzi il cervello e il corpo in modo profondo e duraturo. Inoltre, l’esperienza meditativa di questi monaci potrebbe fornire importanti indicazioni sui potenziali benefici della meditazione anche per la salute mentale e fisica, oltre a contribuire a una comprensione più ampia dei meccanismi neurali alla base di pratiche contemplative avanzate.
La routine dei monaci in ritiro prevedeva quattro sessioni di meditazione di due ore ciascuna ogni giorno per un totale di circa 3.000 ore l’anno. La meditazione indagava gli effetti di due diverse tipologie di meditazione, concentrativa e analitica e i tracciati elettroencefalografici ne hanno evidenziato le differenze. Lo studio ha evidenziato come l’esperienza di una lunga pratica accresce la capacità di attivare tutti quei meccanismi di attenzione che nella “normalità” sfuggono spesso alla nostra volontà, e che invece consentono di mettere in secondo piano le distrazioni della mente in favore di una accresciuta consapevolezza di sé.

La verità non è solo quello che dici. È come lo dici. È il rispetto per chi ascolta e per chi parla. E sì, a volte fa male. Ma come diceva qualcuno molto prima di noi: «La verità vi farà liberi».

Il termine in questi anni ha perso la sua connotazione originale e originaria ed è diventato sinonimo di attività fisica. Mentre è sinonimo di ricerca interiore. Il passare da un’attenzione esterna a noi a un’attenzione all’interno di noi. E come facciamo? Questa domanda è il fulcro della pratica...

È utile essere ricercatori, sperimentatori. Verificare i metodi, applicarli abbastanza a lungo da registrarne gli effetti. Nessun’arte si apprende con le sole informazioni, sui libri, e senza praticare in modo stabile. Io ho trovato nel Kriya Yoga un metodo raffinato e accessibile che da 15 anni mi accompagna nella scoperta di chi sono...

Proporre una pratica di Yoga a persone autistiche o con la Sindrome di Down non è semplice poiché lo Yoga si basa sull’ascolto del corpo, sulla concentrazione, sulla presenza a sé. Quale consapevolezza o posture è possibile proporre a persone che sono totalmente assorbite dai loro automatismi fisici e mentali? Questa è la mia esperienza...

Dharma non è una religione, ma «LA» religione nel senso più alto, cioè tutto ciò che ci ri-connette al Cosmo, al divino. Quindi il “passo falso” non è infrangere la morale, ma rompere equilibri naturali, andare contro la propria natura, contro il proprio impegno e responsabilità...

Le pratiche di purificazione fisica, l'attenzione agli alimenti e a ciò che mangiamo e la realizzazione di un’altra forma di purificazione che riguarda la dimensione sottile e spirituale. Nella via dello Yoga nulla è scontato e tutto concorre a sollevare l'uomo da una vita di sofferenze