Il cambio di prospettiva è il primo dono della ricerca: noi tutti, voi, me, non pratichiamo per aggiungere.
Pratichiamo per togliere. Per fare spazio.
Come si può unire l’anima, il cuore, la mente e il corpo se anima, cuore, mente e corpo sono appesantiti da una coltre di negatività, di rancore, di pensieri e di tossine?
• Pratichiamo per togliere il dolore dalle nostre vite, quel poco o tanto che ci impedisce di alzarci la mattina e di sorridere con il cuore pieno di gioia.
• Pratichiamo per togliere dalla mente i pensieri ossessivi che non ci abbandonano.
• Pratichiamo per togliere il rancore, la rabbia, la maldicenza dal nostro cuore.
• Pratichiamo per togliere l’illusione che tutto questo possa avvenire con un colpo di bacchetta magica o recitando qualche mantra.
• Pratichiamo per togliere l’illusione che tutto questo possa accadere oggi o domani.
• Pratichiamo per togliere l’illusione che domani ci ricorderemo tutto quello che facciamo oggi e che sarà acquisito per sempre
• Pratichiamo per togliere l’illusione che tutto questo si possa realizzare senza un lavoro costante e quotidiano che in sanscrito si chiama abhyasa e che significa pratica continua.
Pratichiamo per togliere lo spavento che abhyasa ci fa, perché pensiamo sia troppo complicato prendersi 3 minuti almeno la mattina per sedersi a respirare, ad ascoltare un mantra prima di gettarci nella giornata…
Come cominciare?
Cominciamo con il togliere l’affanno che abbiamo sul cuore, a smuovere l’energia.
Cominciamo portando la consapevolezza sul dono più importante che ci ha dato Madre natura: il respiro.



Krishna è chiaro: non è possibile non agire, a meno di non essere morti. Perché è nell’azione che l’essere umano esprime il proprio amore. L’azione è parte integrante della vita. Ma Krishna non parla solo di azione fisica, cioè di come muoviamo il corpo, bensì soprattutto di azione “sottile”, ovvero del movimento interiore, mentale, emozionale — che, secondo la visione vedica, è ancora materia, e non è l’anima...

...ma noi qui vi spieghiamo tutto quello che è necessario sapere per scoprire come nei Veda il calcolo del tempo sia uno dei temi di sfondo, con incredibili interconnessioni ai principali significati filosofici. Nel «Bhagavatam» si sostiene che sia possibile calcolare il tempo misurando il movimento degli atomi che si combinano nel corpo; il tempo atomico si misura calcolando lo spazio atomico preciso che esso ricopre...

In molti casi, la religione è più il simbolo visibile di un conflitto che la sua vera causa. ma è arrivato il momento di affrontare i conflitti religiosi e promuovere la pace attraverso il dialogo interreligioso. Come hanno discusso alla Conferenza Mondiale per il Dialogo e la Cooperazione Religiosa...

Il 6 luglio il massimo esponente buddhista spegne 90 candeline e svela il futuro della sua istituzione. Che è sempre più minacciata dal tentativo cinese di controllarne l'elezione. Un momento di grande apprensione perché potremmo ritrovarci con due Dalai Lama...

Da cento anni lo yoga moderno non ha fatto altro che ubriacarci di posture, abilità fisiche e contorsioni, spogliando la disciplina dalle sue radici spirituali e filosofiche. Sempre più insegnanti, pagine social e siti, promuovono uno yoga più legato ai testi antichi. Uno yoga che ritorna alle origini e insegna a ricercare l’immobilità in āsana, per raggiungere gli scopi più elevati. Tuttavia non bisogna mai “buttare il bambino insieme all’acqua sporca”...

Molto spesso iniziamo un percorso spirituale per acquisire qualcosa: per diventare più buoni, più calmi, diversi da quell'immagine di noi che stride con le nostre illusioni. E se invece fosse necessario guardare da un'altra angolazione? Una meditazione per cambiare davvero...