Inutile girarci intorno: il web è ormai un vero e proprio circo incontrollato e, probabilmente, ormai incontrollabile. Un luogo – non luogo – in cui puoi trovare esperti di chirurgia plastica, farmaci “di marca”, corsi per diventare istruttore di qualsiasi cosa, “dentisti” (il virgolettato è d’obbligo) che promettono un sorriso fantasmagorico risparmiando il 90% rispetto al professionista sotto casa… la lista è troppo lunga. Ci sono anche siti di santi e preghiere. Il tutto viene spacciato per assolutamente autentico e certificato da organismi ed enti dai nomi altisonanti. Peccato che poi troviamo gli esiti infausti di queste proposte nella cronaca. Non ultimo il caso della ragazza che voleva rifarsi il naso ed è morta, o il signore che ha passato diversi mesi in coma per l’estrazione di venti denti in una volta sola. Viene da chiedersi: siamo tonti noi o sono farabutti loro?
L’algoritmo macina dati e ci propone cose che reputa interessanti, con l’unico obiettivo di farci spendere soldi. Arrivano alla nostra attenzione cose che, se riuscissimo a vederle attraverso la lente del minimo raziocinio, sono in realtà delle boiate assolute. Però in tutti noi c’è una parte oscura e fragile che vuole essere presa in giro, vuole fidarsi, vuole mettere alla prova il prossimo, il mondo, e di conseguenza anche il web (che è distopicamente diventato “più reale” del vero mondo, ma questo argomento lo tratteremo un’altra volta). Pensiamo che lì fuori, e quindi anche nel web, ci sia qualcuno che davvero ci legge nel pensiero e ci propone proprio quello che ci serve, quello che stavamo cercando. Che sia un naso o un sorriso nuovo, o una pratica di yoga.
Siamo fragili. Insicuri.
Invece di pensare che la soluzione sia già dentro di noi, la estroiettiamo, diamo all’esterno la facoltà di guarirci, di portarci fuori dalle secche. Ecco che lo yoga ci appare come un meraviglioso contenitore che può abbracciarci, accoglierci così come siamo, e restituirci la spensieratezza, la purezza, la libertà (il che è vero, ma mica questo può avvenire passivamente, lo yoga non è una pillola… anche di questo parleremo in un prossimo contributo).

Questo meccanismo è ben noto all’algoritmo, e proprio per questo tutti noi, che siamo semplici curiosi o assidui praticanti, o anche insegnanti di yoga, sui social veniamo bersagliati da proposte di ogni genere. Workshops, corsi, seminari e ritiri. Ma anche bagni di gong, yoga per atleti, yoga sciamanico, yoga della risata, yoga con l’amaca, attivazione della kundalini quantica, pratiche di sanazione, incontri iniziatici con guaritori cosmici. Non entro nel merito della bontà delle proposte più “originali”, ma dico questo: forse è vero che in questo momento abbiamo bisogno di un corso di yoga, di meditazione, di mindfulness o di pilates (questi ultimi due non fanno parte della tradizione Yoga ) o di una qualsiasi pratica che ci promette rilassamento e benessere. Il problema è con chi realizziamo questo bisogno, perché il pericolo di finire in grosse reti da pesca è reale.
Personalmente non vorrei essere nei panni di una persona che decide di praticare yoga, oggi, senza saperne nulla. La prima cosa che fa è, giustamente, mettersi a cercare sul web. Apriti cielo. Non si contano più gli stili, i brand e le aberrazioni che hanno spogliato lo Yoga di qualsiasi contenuto. Ma se sono ignorante («nel senso che ignoro», citando Aldo, Giovanni e Giacomo) come faccio a riconoscere le trappole? Del resto anche io sono qui, dentro lo stesso web delle proposte più bislacche, a darvi suggerimenti.
Ma io non vi sto vendendo nulla, vi dico di aprire gli occhi, in particolare il terzo, e scegliere sulla base del lignaggio. Scegliete un insegnante che provenga in modo incontrovertibilmente certificato, che so, dal lignaggio di Krishnamacharya, se siete più predisposti allo yoga dinamico; o dal lignaggio di Swami Sivananda, se quello che cercate è un metodo che vi conduca allo stato meditativo. O altri di cui avete potuto provare la serietà. Tutto il resto è divertente (quando non pericolosa) fuffa. Se avete dubbi scrivete in redazione, vi ascolteremo e consiglieremo.

La verità non è solo quello che dici. È come lo dici. È il rispetto per chi ascolta e per chi parla. E sì, a volte fa male. Ma come diceva qualcuno molto prima di noi: «La verità vi farà liberi».

Il termine in questi anni ha perso la sua connotazione originale e originaria ed è diventato sinonimo di attività fisica. Mentre è sinonimo di ricerca interiore. Il passare da un’attenzione esterna a noi a un’attenzione all’interno di noi. E come facciamo? Questa domanda è il fulcro della pratica...

È utile essere ricercatori, sperimentatori. Verificare i metodi, applicarli abbastanza a lungo da registrarne gli effetti. Nessun’arte si apprende con le sole informazioni, sui libri, e senza praticare in modo stabile. Io ho trovato nel Kriya Yoga un metodo raffinato e accessibile che da 15 anni mi accompagna nella scoperta di chi sono...

Proporre una pratica di Yoga a persone autistiche o con la Sindrome di Down non è semplice poiché lo Yoga si basa sull’ascolto del corpo, sulla concentrazione, sulla presenza a sé. Quale consapevolezza o posture è possibile proporre a persone che sono totalmente assorbite dai loro automatismi fisici e mentali? Questa è la mia esperienza...

Dharma non è una religione, ma «LA» religione nel senso più alto, cioè tutto ciò che ci ri-connette al Cosmo, al divino. Quindi il “passo falso” non è infrangere la morale, ma rompere equilibri naturali, andare contro la propria natura, contro il proprio impegno e responsabilità...

Le pratiche di purificazione fisica, l'attenzione agli alimenti e a ciò che mangiamo e la realizzazione di un’altra forma di purificazione che riguarda la dimensione sottile e spirituale. Nella via dello Yoga nulla è scontato e tutto concorre a sollevare l'uomo da una vita di sofferenze