Il cambio di prospettiva è il primo dono della ricerca: noi tutti, voi, me, non pratichiamo per aggiungere.
Pratichiamo per togliere. Per fare spazio.
Come si può unire l’anima, il cuore, la mente e il corpo se anima, cuore, mente e corpo sono appesantiti da una coltre di negatività, di rancore, di pensieri e di tossine?
• Pratichiamo per togliere il dolore dalle nostre vite, quel poco o tanto che ci impedisce di alzarci la mattina e di sorridere con il cuore pieno di gioia.
• Pratichiamo per togliere dalla mente i pensieri ossessivi che non ci abbandonano.
• Pratichiamo per togliere il rancore, la rabbia, la maldicenza dal nostro cuore.
• Pratichiamo per togliere l’illusione che tutto questo possa avvenire con un colpo di bacchetta magica o recitando qualche mantra.
• Pratichiamo per togliere l’illusione che tutto questo possa accadere oggi o domani.
• Pratichiamo per togliere l’illusione che domani ci ricorderemo tutto quello che facciamo oggi e che sarà acquisito per sempre
• Pratichiamo per togliere l’illusione che tutto questo si possa realizzare senza un lavoro costante e quotidiano che in sanscrito si chiama abhyasa e che significa pratica continua.
Pratichiamo per togliere lo spavento che abhyasa ci fa, perché pensiamo sia troppo complicato prendersi 3 minuti almeno la mattina per sedersi a respirare, ad ascoltare un mantra prima di gettarci nella giornata…
Come cominciare?
Cominciamo con il togliere l’affanno che abbiamo sul cuore, a smuovere l’energia.
Cominciamo portando la consapevolezza sul dono più importante che ci ha dato Madre natura: il respiro.



Da cento anni lo yoga moderno non ha fatto altro che ubriacarci di posture, abilità fisiche e contorsioni, spogliando la disciplina dalle sue radici spirituali e filosofiche. Sempre più insegnanti, pagine social e siti, promuovono uno yoga più legato ai testi antichi. Uno yoga che ritorna alle origini e insegna a ricercare l’immobilità in āsana, per raggiungere gli scopi più elevati. Tuttavia non bisogna mai “buttare il bambino insieme all’acqua sporca”...

Molto spesso iniziamo un percorso spirituale per acquisire qualcosa: per diventare più buoni, più calmi, diversi da quell'immagine di noi che stride con le nostre illusioni. E se invece fosse necessario guardare da un'altra angolazione? Una meditazione per cambiare davvero...

Le Quattro Nobili Verità, cuore dell’insegnamento del Buddha, non parlano solo a monaci e meditanti. In questo articolo le “leggeremo” guidati da parole antiche e brani indimenticabili. Perché anche un verso o una melodia, a volte, possono far girare la ruota del risveglio

Il maestro Ramin Bahrami, 48 anni, qualche giorno fa al Teatro Antico di Taormina ha ricevuto un prestigioso premio al Taormina Book Festival, ma il suo cuore era con la mamma, 89 anni, che «era partita da poco per andare a trovare l’anziana sorella» E ha lanciato un messaggio di pace. Perché, dice «dobbiamo capire, che siamo parte di una partitura più grande di noi che deve produrre un fiore di bellezza»

L’idea che possano esistere altri mondi oltre il nostro ha da sempre acceso la fantasia di scrittori e lettori, diventando col tempo anche oggetto di speculazione scientifica. Tra letteratura e fisica teorica, il concetto di universi paralleli ha attraversato i secoli come un ponte tra immaginazione e conoscenza, trovando nuova linfa negli esperimenti più recenti, come quello condotto dall’antenna ANITA nei cieli dell’Antartide...

Iniziamo il nostro viaggio nella cultura e nella storia dell’India antica, attraverso le letture e le parole che definiscono la fisiologia dello yoga e la psicologia della meditazione. Questo percorso seguirà le letterature e le filosofie dell’India antica e classica. Iniziamo questo grande viaggio, cercando di seguire la semplicità del pensiero indiano