La scoperta degli appunti alchemici di Isaac Newton rivoluzionò la percezione del grande fisico. Lo sostiene il magazine Nautilus in un interessante articolo che trovate qui:
Nell’articolo, Dale Markowitz spiega che quando l’economista John Maynard Keynes si imbatté negli scritti inediti di Newton nel 1936, fu sorpreso dal contenuto: più di 100.000 parole dedicate a esperimenti alchemici, ricette per trasmutare i metalli e ricerche su possibili segreti esoterici nascosti nei testi biblici. Per Keynes, fu come trovare un ponte inaspettato tra il mondo scientifico e quello mistico, tra la logica razionale e il simbolismo ermetico.
L’analisi di Keynes sugli scritti di Newton gettò luce su un lato meno conosciuto dello scienziato, suggerendo che fosse mosso non solo dalla curiosità scientifica, ma anche da una spinta interiore verso il mistero e la magia, tipica dei pensatori rinascimentali e medievali. Newton – si spiega – era ossessionato dall’idea di una conoscenza occulta e dall’alchimia, convinto che ci fosse una verità nascosta che potesse essere rivelata solo agli “iniziati”. Keynes concluse che Newton non è stato il primo uomo dell’età della ragione, come spesso viene descritto, ma piuttosto “l’ultimo dei maghi”.
Nautilus osserva che questo lato enigmatico di Newton rimase a lungo celato, e la visione che si ha oggi del fisico come simbolo del pensiero scientifico e razionale è parzialmente incompleta senza questo sguardo nel suo interesse per il mondo esoterico. Gli studi alchemici di Newton influenzarono anche la sua visione della natura e del cosmo, arricchendo il suo lavoro di una prospettiva che sfida l’idea che scienza e magia siano due mondi separati.
La figura di Newton e il suo coinvolgimento con l’alchimia dimostrano un miscuglio di sapere: le sue ricerche spaziavano dalle formule matematiche alla ricerca dell’elisir di lunga vita. Anche se oggi separiamo nettamente magia e scienza, è in quella miscela di esoterismo e metodo che è stata “forgiata la vera scienza moderna”.
Come è scritto in Storia della civiltà europea (a cura di Umberto Eco)
Malgrado i divieti e le condanne, nel Quattrocento l’alchimia consolida la propria posizione nelle corti e si lega vieppiù alla medicina. I testi alchemici, anche se non originali dal punto di vista teorico, hanno larga diffusione in vari ambienti della cultura europea. Si diffonde in questo secolo la pratica di illustrare i manoscritti alchemici con immagini che hanno quasi sempre carattere simbolico e raramente sono finalizzate a fornire istruzioni pratiche. L’interesse per l’alchimia si lega alla rinascita dell’ermetismo e alla magia…
Fino al XVIII secolo l’alchimia venne considerata una scienza vera e propria. La dottrina alchemica era un complesso sistema di conoscenze e credenze che integrava elementi di diverse discipline e ambiti spirituali. Nata come una fusione tra religione, chimica, metallurgia, misticismo e astrologia, l’alchimia era una filosofia e una pratica insieme, spinta dalla ricerca di segreti nascosti della natura.
Gli alchimisti non si limitavano a esplorare il mondo materiale ma cercavano di raggiungere tre grandi obiettivi: trasformare i metalli vili in oro, simboleggiando la perfezione e la purezza; scoprire l’elisir di lunga vita, per ottenere la guarigione universale e l’immortalità; e conquistare l’onniscienza, aspirando a una comprensione completa e illuminata dell’universo.
Questi obiettivi non erano solo materiali, ma anche simbolici e spirituali: la trasmutazione del piombo in oro rappresentava anche il processo di trasformazione interiore dell’alchimista, un viaggio verso la perfezione morale e spirituale. L’elisir di lunga vita, o “quintessenza”, era visto non solo come una cura fisica ma come un mezzo per connettersi all’eternità. Così, per molti alchimisti, l’onniscienza era l’accesso a una verità divina, il raggiungimento di una sapienza nascosta riservata agli iniziati.
La scienza moderna è debitrice a questo mondo ricco e variegato, che combinava ricerca e intuizione in un intreccio affascinante tra esplorazione della natura e desiderio di trascendenza.


Il problema con un sano iter del piacere nasce quando noi vogliamo costantemente riprodurre quei momenti. La nostra mente diventa “drogata di piacere” anche se, razionalmente, sappiamo che questo è un inganno. Come può un momento unico, frutto di innumerevoli sacrifici e fatica, o semplicemente di circostanze favorevoli, essere ripetibile a piacimento?

«Yoga è governare gli aspetti sottili della personalità», dice Yogasutra. Gestire le emozioni, i pensieri, le reazioni, le sensazioni. E questo può avvenire solo nel silenzio della staticità

Non esiste più una verità. Ogni cosa può essere vera o falsa, a seconda se si è follower di quella fonte, se si crede all’autorità che rappresenta, o se si rifiuti ogni forma di dogmatismo e principio di autorità. Così le notizie false vengono diffuse via social insieme a quelle vere. Perché, come dice il professor Galimberti, «quando sai dire solo mi piace o non mi piace, è chiaro che la bugia e la verità si confondono»...

Cattolici e buddhisti tibetani sono gli unici ad avere un capo spirituale e temporale della loro fede. Il che è una forza dal punto di vista di rappresentanza ma conta anche le sue problematicità. E mentre sta per iniziare il conclave, alcuni si chiedono chi penserà ai poveri ora che Francesco è scomparso. Se ne occuperanno le stesse persone che se ne occupavano prima: le donne e gli uomini di buona volontà di tutte le religioni. E continueranno a farlo qualsiasi pontefice verrà eletto

La verità non è solo quello che dici. È come lo dici. È il rispetto per chi ascolta e per chi parla. E sì, a volte fa male. Ma come diceva qualcuno molto prima di noi: «La verità vi farà liberi».

Il termine in questi anni ha perso la sua connotazione originale e originaria ed è diventato sinonimo di attività fisica. Mentre è sinonimo di ricerca interiore. Il passare da un’attenzione esterna a noi a un’attenzione all’interno di noi. E come facciamo? Questa domanda è il fulcro della pratica...