C’è una storia di fede, di buona volontà, di dedizione e, se volete, anche di fortuna nell’incendio tragico che ha colpito la California e la città di Los Angeles. Nel nostro immaginario la città di Los Angeles è una città di perdizione, con dei ricchi attori famosi, viziosi e capricciosi. La realtà è ben diversa, perché accanto alle ville dei ricchi che comunque non si meritavano un tale scempio, sono bruciate anche le case di tanta gente comune. Una parte gigantesca di questa città immensa è rimasta ferita, devastata, snaturata.
Sono stato a Los Angeles due o tre volte e, grazie soprattutto al mio amico e collega Armando Gallo che me l’ha fatta vivere nella sua parte più vibrante, il cinema e la musica, ho imparato ad amare questa città che dal punto di vista architettonico ricorda piuttosto le periferie urbane più tristi, ma che dal punto di vista artistico è palpitante al punto che influenza il mondo intero da almeno un secolo. Non per niente qui sono arrivati tutti i guru indiani e qui hanno costituito i loro ashram o hanno iniziato il loro lavoro di propagazione di una filosofia entusiasmante come quella dello yoga e del Sanatana Dharma. Qui, su Sunset Boulevard, nel quartiere di Pacific Palisades a due passi dall’Oceano e da Santa Monica, nel 1949 Paramahansa Yogananda acquistò dieci acri di terreno brullo, 40 mila metri quadri che trasformò in un paradiso in terra: Lake Shrine.
C’è un episodio divertente che racconta la “magia” in cui si svolgeva la vita di questo immenso guru che era Yogananda. Nel 1948 l’allora proprietario del terreno, Joseph M. Gross, fece un sogno che gli fece cambiare idea sulla destinazione di questo luogo che un tempo ospitava degli Studios cinematografici. Avrebbe voluto farne un resort, ma per tre notti sognò una «Chiesa di tutte le religioni…». Cosa sarà mai, pensò, e cercò sull’elenco del telefono e scoprì dell’esistenza della Self Realization Fellowship e della Chiesa di tutte le religioni di Mount Washington. Scrisse una lettera e nel contempo telefonò alla Srf e chissà perché gli passarono subito Yogananda: il guru mostrava di sapere già tutto, nonostante non avesse ricevuto ancora la lettera. «La lettera arriverà domani mattina», disse a un attonito Gross. «Possiamo incontrarci domani pomeriggio?». Quel terreno era completamente brullo con un magnifico lago naturale al centro e nel giro di un anno, con il lavoro alacre dei monaci e dei devoti, quel canyon si è trasformato in un giardino dell’eden, la cui pace è diventata proverbiale.


L'articolo del Los Angeles Times (tradotto da Google).
Quando sono entrato alcuni anni fa, ho sentito immediatamente questa forza gentile emanata dal luogo. Al centro del laghetto, una house-boat in stile Mississippi; sullo sfondo un tempio all’interno di un mulino a vento costruito da un ex proprietario, H. Everett “Big Mac” McElroy; un monumento che raccoglie parte delle ceneri del Mahatma Gandhi cui Yogananda diede il Kriya (cfr. Autobiografia di uno Yogi); ovunque vegetazione meravigliosa e statue dei rappresentanti di tutte le religioni, da Gesù a Buddha a Krishna.
Ebbene, Lake Shrine si ì trovata al centro degli incendi devastanti, eppure si è salvata. Molti gridano al miracolo e di certo un po’ è così, ma come spesso accade è un pizzico di buona volontà umana ad aiutare il buon Dio. Così è stato: come raccontato in un bellissimo articolo del Los Angeles Times, è stato l’intervento di una famiglia di devoti, Billy Asad con Gabriella e Nicky, a evitare il peggio: Billy è fondatore e proprietario di WDA Fire Protection e aiuta a preparare aziende e case contro gli incendi, mentre la figlia e il figlio sono pompieri.

Per prima cosa Gabriella ha messo al sicuro la coppia di cigni che abita nel lago e poi la ragazza ventenne «guardando il terreno in fiamme dove è stata battezzata da bambina e dove ora fa la volontaria nel reparto di giardinaggio ha resistito all’impulso di inginocchiarsi in preda alla disperazione», scrive Deborah Netburn sul Los Angeles Times, «invece, ha afferrato quattro estintori e, tra le lacrime, si è messa al lavoro insieme al padre Billy, 54 anni, e al fratello Nicky, 19 anni». E ancora: «Mentre braci grandi come palline da golf si abbattevano sulla proprietà, la ragazza ha spento i

Paramahansa Yogananda.
fuochi e spruzzato l’acqua sui tetti in legno degli edifici storici del Santuario del Lago». «Ho dato tutta me stessa per fare del mio meglio», ha detto.
Il padre, insegnante di Yoga e devoto di Yogananda, ricorda che Lake Shrine non è solo un giardino ma «un vortice di luce e amore e pace e armonia e benessere». «Muovendosi rapidamente e coordinandosi attraverso le loro radio, gli Asad si sono affrettati a spegnere gli incendi che scoppiettavano alla base degli alberi, in una macchia di bambù e sulle numerose travi ferroviarie che fungono da scale in tutta la proprietà», racconta il L.A.Times. Inoltre – mossa decisiva – hanno iniziato a gettare acqua sugli edifici per evitare che prendessero fuoco.
Aiutati dal caso o dal cielo? Ognuno troverà la sua risposta. Pensate che «qualche mese prima, un monaco residente nella proprietà, Brother Bodhananda, aveva acquistato la pompa speciale in caso di futuri incendi», racconta Billy. «Prima di essere evacuato, ha tirato fuori la pompa dal magazzino e l’ha spostata sulla chiatta. È un merito suo e del responsabile della manutenzione, Bill Lackner, che lavora lì, e che ha predisposto la pompa antincendio temporanea: noi siamo saliti sulla chiatta e abbiamo iniziato subito a usarla. Io ho esperienza di navigazione e anche mio figlio. Faceva tutto parte di questo incredibile piano divino». Quella stessa chiatta in cui Yogananda abitava quando progettò questo luogo incantevole.
«Quella sera, Nicky e Billy sono tornati e sono rimasti fino alle 4 del mattino del giorno successivo, lavando la proprietà e continuando a spegnere gli incendi che divampavano ovunque, a volte ripetutamente nello stesso punto. È stato un lavoro accecante ed estenuante, e credono che siano state le preghiere e i desideri dei devoti di tutto il mondo a permettergli di farlo», conclude la giornalista del L.A. Times. Difficile darle torto. Se mai vi capitasse di andare a Los Angeles, spingetevi fino a lì. «Sono stati loro a salvare Like Shrine e siamo stati profondamente benedetti da Dio e dal nostro Guru», ha commentato Brother Chidananda, responsabile della Srf. Lake Shrine è salvo e con esso lo spirito meraviglioso che vive in quel giardino.
Seguite sul Los Angeles Times l’evoluzione degli incendi in California.

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