«Disegno da sempre. Ho iniziato da adolescente come graffitista, poi sono passato all’illustrazione e al fumetto. Ho collaborato con agenzie pubblicitarie, ma ho sempre portato avanti i miei progetti autoriali, come Omar Moss, Papele Satanno, Mars Wars. Ho lavorato anche per Disney (Cars, Planes, Toy Story, ecc.) e per realtà editoriali legate a temi ambientali e culturali, come Primula e Raphael Johnes. Oggi insegno all’Accademia di Belle Arti e alla Scuola Italiana di Comix di Napoli».
Si presenta così Paco Desiato , classe ’75, napoletano autore della trasposizione in Grahic Novel di uno dei più celebri monumenti della letteratura del Kriya Yoga, Autobiografia di uno Yogi, uscita nel marzo del 2025 per l’editore Tunè. Abbiamo ripercorso con lui le tappe del lungo percorso che l’ha portato a vivere il suo Dharma di illustratore con quello di Yogin.
Come nasce la tua pratica di Yoga?
«La mia pratica yoga è iniziata nel 2014, quando incontrai Agnese, oggi mia moglie. Fu lei a suggerirmi di

partecipare a un pomeriggio di meditazione presso la Scuola di Yoga Integrale, fondata a Napoli dal Maestro Gino Sansone nel 1986. Quella scuola, oltre allo yoga, offriva corsi di cucina ayurvedica e vegetariana, studio di testi vedici, incontri culturali… Era un vero e proprio centro di vita. Da lì ho cominciato anche a frequentare corsi di Yogasana due volte a settimana. Ancora oggi, anche se non con la regolarità che vorrei, pratico yoga e meditazione, spesso guidato da Agnese, che è un’insegnante molto preparata».


Un’esperienza yoga molto coinvolgente, quindi?
«Negli ultimi anni, la scuola si era trasformata in un vero e proprio ashram urbano. Si parlava spesso di Yogananda, avevamo visto il documentario Awake, e le immagini dei maestri del Kriya Yoga erano appese alle pareti: Babaji, Lahiri Mahasaya, Swami Sri Yukteswar e, naturalmente, Paramahansa Yogananda».
L’incontro con la figura di Paramahansa Yogananda?
«Ma il mio incontro vero e proprio con lui avvenne nel 2018. In quel periodo stavo lavorando a una animazione per una serie La Principessa Primula, un fumetto ecologista pubblicato per il Parco Nazionale del Cilento. Un giovedì arrivai in anticipo alla scuola per la meditazione e rimasi colpito da una musica che sembrava toccare le radici più antiche della mia anima. Era un brano tratto dai Canti Cosmici di Yogananda. Decisi subito che quella sarebbe stata la colonna sonora del nuovo episodio di Primula. Cercai di ottenere i diritti attraverso la Self-Realization Fellowship (Srf). In quella circostanza conobbi Gianni Santangelo, membro Srf, che mi spiegò che per questioni di copyright non era possibile utilizzare la musica. Ma proprio grazie a questo dialogo, Gianni mi confidò il suo sogno: realizzare un fumetto tratto dall’Autobiografia di uno Yogi. L’idea mi colpì subito, anche se esitavo per via degli impegni e dei progetti personali. Alla fine, come già avevo fatto in passato con un altro progetto, Mammacqua, misi da parte il mio ego e accettai: sentivo che raccontare quella storia era un servizio importante».
Un lungo cammino di studio e dedizione
«Negli anni successivi ho continuato a praticare Yoga e ad approfondire gli insegnamenti di Yogananda. Ho riletto la sua Autobiografia, ma anche altri testi fondamentali pubblicati dalla Srf, come La Scienza Sacra di Sri Yukteswar. Ho seguito le meditazioni online organizzate dalla Srf, partecipando a distanza alla loro comunità globale».
Trasformare un classico spirituale in una Graphic Novel, quanto tempo ha richiesto?
«La lavorazione mi ha occupato per tre anni pieni, dal 2019 al 2023. Ho lavorato senza fretta, seguendo l’ispirazione, anche perché in quegli anni è accaduto di tutto – pandemia compresa – eventi che hanno dato ancora più profondità al progetto».
Come hai adattato il libro alla narrazione per immagini?
«Dopo aver letto e riletto l’Autobiografia, ho ricevuto in dono l’audiolibro, registrato con la voce straordinaria dell’attore Norman Mozzato. L’ho ascoltato decine di volte, visualizzando mentalmente le scene. Il primo anno è stato dedicato alla pianificazione e alla realizzazione di tavole di prova. Mi sono presto reso conto che per creare una buona Graphic Novel era necessario sacrificare alcune parti del testo. Ho deciso allora di precisare, nel finale del libro, che si tratta di un libero adattamento, un invito alla lettura integrale dell’opera originale».
Quali scelte tecniche e stilistiche hai adottato?
«Ho impostato la narrazione come un grande flashback: Yogananda scrive l’Autobiografia in una stanza di Boston e i suoi ricordi si materializzano in immagini. Per distinguere i piani temporali ho scelto due cromie: il seppia per l’India e l’azzurro per l’America. L’idea era far percepire il “calore spirituale” dell’India che scalda l’Occidente. Nell’ultimo episodio, Yogananda recita la sua poesia La mia India durante un banchetto ufficiale, e la sua vita gli si srotola davanti fino alla capacità di lasciare definitivamente il corpo secondo la propria volontà per immergersi nell’assoluto non solo ritirando i sensi dal corpo, ma la vita stessa. È una scena fedele ai fatti, ma narrata con un taglio cinematografico. Lo stile visivo si è ispirato ai World Masterpiece Theaters, come riferimento all’ispirazione di serie animate, basate tutte su romanzi della letteratura mondiale per ragazzi di origine occidentale, come Heidi, Anna dai capelli rossi, Marco, I viaggi di Gulliver, Piccolo Lord, che guardavo da bambino: opere di altissima qualità che mi hanno formato. La loro impronta è riemersa in modo spontaneo».
Hai avuto timore di tradire il messaggio di Yogananda?
«Molto. Ma ho deciso di affrontare questo lavoro con distacco e devozione, senza aspettarmi nulla. Ho cercato di essere uno strumento, mettendo amore e rispetto in ogni tavola. Non ho condiviso nulla sui social, proprio per non cadere nella trappola del “like” e della gratificazione immediata. Lo Yoga, dopotutto, insegna equanimità: distacco da lode e biasimo. Questo mi ha aiutato molto, anche nei momenti di incertezza e durante la lunga ricerca dell’editore».
Hai avuto un confronto con la Srf?
«Sì, il fumetto è già nelle mani della Srf, che sta valutando con attenzione la possibilità di pubblicarlo nel mondo. Si tratta di un testo importante, e le loro revisioni sono molto scrupolose. Inoltre, ci sono in cantiere altri progetti su Yogananda e gli altri Maestri del lignaggio».


Il problema con un sano iter del piacere nasce quando noi vogliamo costantemente riprodurre quei momenti. La nostra mente diventa “drogata di piacere” anche se, razionalmente, sappiamo che questo è un inganno. Come può un momento unico, frutto di innumerevoli sacrifici e fatica, o semplicemente di circostanze favorevoli, essere ripetibile a piacimento?

«Yoga è governare gli aspetti sottili della personalità», dice Yogasutra. Gestire le emozioni, i pensieri, le reazioni, le sensazioni. E questo può avvenire solo nel silenzio della staticità

Non esiste più una verità. Ogni cosa può essere vera o falsa, a seconda se si è follower di quella fonte, se si crede all’autorità che rappresenta, o se si rifiuti ogni forma di dogmatismo e principio di autorità. Così le notizie false vengono diffuse via social insieme a quelle vere. Perché, come dice il professor Galimberti, «quando sai dire solo mi piace o non mi piace, è chiaro che la bugia e la verità si confondono»...

Cattolici e buddhisti tibetani sono gli unici ad avere un capo spirituale e temporale della loro fede. Il che è una forza dal punto di vista di rappresentanza ma conta anche le sue problematicità. E mentre sta per iniziare il conclave, alcuni si chiedono chi penserà ai poveri ora che Francesco è scomparso. Se ne occuperanno le stesse persone che se ne occupavano prima: le donne e gli uomini di buona volontà di tutte le religioni. E continueranno a farlo qualsiasi pontefice verrà eletto

La verità non è solo quello che dici. È come lo dici. È il rispetto per chi ascolta e per chi parla. E sì, a volte fa male. Ma come diceva qualcuno molto prima di noi: «La verità vi farà liberi».

Il termine in questi anni ha perso la sua connotazione originale e originaria ed è diventato sinonimo di attività fisica. Mentre è sinonimo di ricerca interiore. Il passare da un’attenzione esterna a noi a un’attenzione all’interno di noi. E come facciamo? Questa domanda è il fulcro della pratica...