Nelle descrizioni del corpo umano detto corpo vedico o tantrico, troviamo i riferimenti della cosmogonia vedica nella fisiologia sottile o energetica. Nel primo centro energetico, Muladhara-chakra, nei diversi piani o livelli che lo compongono, si trovano il monte Sumeru, rappresentato dal Lingam che si trova al centro del suo fiore di loto a quattro petali, che sono i quattro rami del celeste Gange che si diramano nelle quattro direzioni verso cui sono rivolti i quattro volti di Brahma. Il Lingam rappresenta anche Siva che riceve la forza del Gange sulla sua testa. Il Gange è la rappresentazione del flusso di nettare che scorre dal loto o Chakra superiore, Ajna-chakra o terzo occhio e composto da due piani ancora superiori chiamati Soma e Kama-chakra, da cui il nettare cola costantemente verso il basso. Questo nettare viene bloccato nel suo fluire nei diversi nodi o Granthi a partire da quello della gola.
Il Lingam-Sumeru collocato nel primo Chakra si trova in un triangolo a sua volta collocato in un quadrato. Il quadrato rappresenta il Bhu-mandala mentre il triangolo Jambhudvipa, la divisione del nostro universo. Si dice che nel triangolo dimori la Shakti, l’energia femminile di Siva chiamata Kundalini, la quale se prontamente risvegliata, è in grado di risalire attraverso il canale centrale che unisce tutti i centri energetici, Sushumna o Brahma-nadi, per liberare il canale e permettere l’incontro della Shakti con il Nettare che fluisce dai Chakra superiori. Per questo motivo Ganesha è collocato in questo centro energetico, per rimuovere gli ostacoli e favorire gli auspici per la realizzazione ultima. La dimensione celeste del Kama-chakra descrive la relazione e i passatempi eterni che si realizzano tra Siva-shakti, dalla cui unione nasce il nettare o Soma che concede l’eternità della liberazione dal ciclo di nascite e morti.
Lo Sri Yantra è la rappresentazione visiva del Bhu-mandala, completo di tutte le sue divisioni e strutture in tutte le direzioni e i suoi confini. Lo Yantra perimetrale si chiama Bhu-prishti-yantra, al centro si trova il Meru-prishti-yantra circondato dal Patel-prishti-yantra che rappresenta tutti i monti e i fiumi celesti dove dimorano i Deva che insieme formano il Meru-parastar-yantra. Infine il Ruram-prishti-yantra rappresenta tutte le nove divisioni dell’universo con i suoi luoghi sacri, all’interno del quadrato.
Gli Yantra vengono costruiti per la realizzazione delle diverse Puja o offerte e sacrifici sacri. Per ogni zona dello Yantra sono dedicati specifici mantra e formule Vediche che vengono recitate dai Brahmana con offerte di ghee, burro chiarificato, e cereali e bevande dolci e succose nel fuoco del sacrificio. L’insieme del Bhu-mandala-yantra viene pienamente rappresentato nella Gayatri-mantra. La Gayatri è la personificazione del sapere vedico. In essa troviamo sintetizzata la conoscenza della creazione del mondo. In essa sono presenti Brahma-Vishnu-Siva, il Tri-guna Sattva-rajas-tamas, l’universo materiale Bhu-mandala nei sui tre livelli, il Sole e la Luna e, infine le formule propizie di invocazione e adorazione che aprono e chiudono la sua recitazione.
Il mantra Om, chiamato Pranava, è la sintesi estrema della Gayatri e il primo suono manifestato nell’universo: «Om ity etad brahmano nedistam nama yasmad uccaryamana eva samsara-bhayat tarayati tasmad-ucyate tara iti Om asya jananto nama cid-viviktan mahaste visno sumatim bhajamahe Om tat sat tato ‘bhut trivrd-omkaro yo ‘vyakta prabhavah svarat yat tal-lingam Bhagavato Brahmanah Paramatmanah». Chi recita il mantra Om, la forma più vicina al Brahman, si avvicina al Brahman. Questa vibrazione libera dalla paura del mondo materiale e per questo è conosciuta come tarak Brahma: «O Vishnu, il tuo nome, manifestatosi da sé, è la forma del sapere eterno…. Il Brahman, il Paramatma e Bhagavan sono le tre forme che Egli manifesta».


Il sistema delle caste in India è uno dei fenomeni sociali più antichi e complessi al mondo e affonda le sue radici nei testi religiosi dell’induismo. Nonostante i progressi legislativi, nella pratica le discriminazioni castali non sono scomparse. E anche se il peso elettorale degli “intoccabili” serve al potere, i loro diritti sono pochi e il cammino verso una piena uguaglianza rimane lungo e complesso...

Lo Yoga è patrimonio dell’umanità come lo sono le grandi religioni, il pensiero di Socrate e Platone e le canzoni di Bob Dylan e dei Beatles. Fa parte del nostro immaginario e ha dato all’uomo – non solo all’uomo indiano hindu – una via di liberazione dalle sofferenze. Ecco perché lo celebro sul palco dell'Arena di Milano...

Il primo ministro Modi che ha voluto questa “festa” è la persona meno adatta a parlare di yoga perché il suo governo e il suo partito sono repressivi, violenti e irrispettosi dei diritti umani. Io non ci sto: sono profondamente convinta che lo yoga non sia un proclama di intenti, ma uno stato d’essere, una esperienza personale di chi ha trovato in questa disciplina uno strumento per vivere con più equilibrio e serenità la vita quotidiana

Dice Swami Niranjanananda, erede di Satyananda: «Il secondo capitolo dello Yoga è una nuova visione dello Yoga, non come pratica, ma come vidya, una saggezza che va compresa, assimilata ed espressa nella vita». E poi ancora «risvegliare e integrare le facoltà di testa, cuore e mani». Qualcosa si muove nel mondo di questa via spirituale, non più con l'obiettivo di un corpo flessuoso, ma di una vita integrata. Ed era ora

Nell’agosto del 2022, a pochi mesi dalla morte di mio padre, decisi di ripercorrere le orme del principe Siddhartha Gautama. Il suo percorso, come sappiamo, culminò con l’“illuminazione”. Il mio è stata un'immersione nella sua spiritualità e nei luoghi che lui toccò. Un'emozione che vi racconto a parole e con le mie immagini

Quando si parla di testi della tradizione Hatha, di solito si menzionano la «Siva Samhita», la «Gheranda Samhita» e l’«Hatha Yoga Pradipika». Ma nelle biblioteche indiane giacciono migliaia e migliaia di manoscritti in attesa di essere tradotti. Gli esperti sono pochi e quindi ci vuole tempo. Da poco, per esempio, è stato scoperto e tradotto un altro testo, l'«Amṛtasiddhi», tradotto da James Mallinson, e a sua volta tradotto in italiano dalla nostra Amalia Cornale