In questi giorni si avvicina una delle elezioni più importanti per i cattolici di tutto il mondo. In molti si chiedono se il Conclave che si tiene il 7 maggio durerà a lungo; altri si aspettano la continuazione del periodo di riforme e di apertura iniziato con Papa Francesco, altri ancora invece sperano nel totale abbandono delle aperture di Francesco. Lasciando da parte le aspirazioni di molti credenti mi soffermerei su certi precedenti storici che hanno reso il conclave quell’evento avvolto dal mistero e dalle tifoserie dirette verso l’una o l’altra fazione della Chiesa cattolica.
Nel corso della storia della Chiesa, alcuni conclavi hanno lasciato un segno profondo non solo per l’elezione del nuovo papa, ma anche per gli scandali, le tensioni e gli eventi straordinari che li hanno caratterizzati. Uno dei più celebri fu il Conclave del 1378, che portò all’elezione di Papa Urbano VI. Dopo la morte di Gregorio XI, i cardinali si riunirono a Roma in un clima incandescente: il popolo romano, temendo l’elezione di un altro papa francese, inscenò manifestazioni violente fuori dal conclave, urlando che volevano «un romano o almeno un italiano!». Sotto una pressione enorme, i cardinali elessero Bartolomeo Prignano, arcivescovo di Bari, che divenne Urbano VI. Tuttavia, la sua personalità dura e autoritaria alienò rapidamente i cardinali stessi. In breve, molti di loro dichiararono invalida l’elezione (sostenendo che fosse avvenuta sotto minaccia) e nominarono un antipapa, Clemente VII, dando inizio al disastroso Scisma d’Occidente, che per quasi 40 anni vide due (e a un certo punto perfino tre) papi in competizione tra loro.
Ancora più clamoroso fu il Conclave del 1492, che vide l’elezione di Rodrigo Borgia, passato alla storia come Papa Alessandro VI. Questo conclave fu un vero mercato dei voti: Rodrigo distribuì enormi somme di denaro e promesse di cariche prestigiose ai cardinali, comprandosi letteralmente l’elezione. Un aneddoto curioso racconta che il cardinale Ascanio Sforza ricevette come “ricompensa” per il suo appoggio il sontuoso palazzo Lateranense. L’elezione di Alessandro VI inaugurò una delle epoche più corrotte del papato, segnata da scandali morali, favoritismi familiari (celeberrima la figura di Lucrezia Borgia) e ambizioni politiche sfrenate. Ancora oggi, il nome “Borgia” evoca intrighi, veleni e lotte di potere.
Infine, uno dei conclavi più straordinari della storia fu quello che si svolse a Viterbo tra il 1268 e il 1271, dopo la morte di Clemente IV. I cardinali, profondamente divisi tra fazioni francesi e italiane, non riuscivano a trovare un accordo. Passarono mesi e poi anni, finché la popolazione di Viterbo, esasperata, decise di intervenire: chiusero i cardinali a chiave, ridussero drasticamente il loro cibo a pane e acqua e addirittura scoperchiarono il tetto del palazzo dove erano riuniti, esponendoli alle intemperie per spingerli a trovare una soluzione. Dopo 33 mesi, la più lunga elezione papale della storia, fu scelto un compromesso: venne eletto il non-cardinale Tebaldo Visconti, che prese il nome di Gregorio X. Da questo incredibile episodio nacquero le prime regole formali per regolamentare i conclavi futuri, tra cui l’obbligo di isolamento totale dei cardinali durante l’elezione.
Questi conclavi non solo cambiarono il corso della storia ecclesiastica, ma riflettono anche le pressioni politiche, sociali e umane che da sempre circondano la scelta del successore di San Pietro. Dietro l’apparente solennità del rituale, si celano spesso passioni, paure e manovre che rendono ogni conclave un evento unico e irripetibile. Il credo cattolico esalta la discesa dello Spirito Santo sui cardinali, che li indirizza verso la scelta del nuovo Papa, ma dati certi pregressi storici molti credenti, membri del clero e tutti noi non possiamo che constatare che i cardinali spesso non seguono le indicazioni di tale spirito, ma altre meno sante.


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