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  • Immagine del redattoreMario Raffaele Conti

Rinascere oggi: praticare per cambiare la nostra vita

Aggiornamento: 20 mar

La domanda che pongo sempre all’inizio di ogni corso e che rimane implicita all’inizio di ogni lezione è: «Perché sei qui? Perché oggi hai deciso di venire in questa sala, cosa ti aspetti di ottenere, di vivere, di realizzare? Quale emozione, quale visione, cosa hai da scoprire di te? Cosa vorresti cambiare attorno a te?

E cosa vorresti cambiare in te? Come pensi che possa trasformarsi il tuo mondo esteriore? Da dove pensi di cominciare?

 

Incontro spesso persone che vorrebbero cambiare la propria vita, ma che sono imprigionate in una serie di convenzioni, di paletti economici, di sensi di colpa, di vorreimanonposso, vorreimanonriesco… A tutti loro dico solo: «Comincia da te».

Se voglio cambiare l’arredamento del mio balcone, la prima cosa che da fare è pensare a come, informarsi sui costi, leggere dei libri di vastu o di feng shui, poi stabilire i tempi e le fasi della ristrutturazione… Ma innanzi tutto ristrutturare gli interni perché nessun bel terrazzo può avere una sala o una cucina che sembrano una stalla.

Insomma, parte dall’intenzione, passa attraverso il pensiero, il progetto, e termina nell’azione.

Se si blocca qualcosa tra una fase e l’altro, se c’è un nodo - un granthi si chiama in sanscrito, un nodo che blocca l’energia - il progetto non si realizza.

 

Noi tutti sappiamo che pratichiamo - a qualsiasi tradizione apparteniamo - per unire i puntini di ogni nuovo giro di giostra.

Ma voglio ribaltare la prospettiva, perché il cambio di prospettiva è il primo dono dello ricerca: noi tutti, voi, me, non pratichiamo per aggiungere.

Pratichiamo per togliere.

Per fare spazio.

 

Come si può unire l’anima, il cuore, la mente e il corpo se anima, cuore, mente e corpo sono appesantiti da una coltre di negatività, di rancore, di pensieri e di tossine?

 

  • Pratichiamo per togliere il dolore dalle nostre vite, quel poco o tanto che ci impedisce di alzarci la mattina e di sorridere con il cuore pieno di gioia.  

  • Pratichiamo per togliere dalla mente i pensieri ossessivi che non ci abbandonano.  

  • Pratichiamo per togliere il rancore, la rabbia, la maldicenza dal nostro cuore.  

  • Pratichiamo per togliere l’illusione che tutto questo possa avvenire con un colpo di bacchetta magica o recitando qualche mantra.  

  • Pratichiamo per togliere l’illusione che tutto questo possa accadere oggi o domani.  

  • Pratichiamo per togliere l’illusione che domani ci ricorderemo tutto quello che facciamo oggi e che sarà acquisito per sempre.  

  • Pratichiamo per togliere l’illusione che tutto questo si possa realizzare senza un lavoro costante e quotidiano che in sanscrito si chiama abhyasa e che significa pratica continua.  

  • Pratichiamo per togliere lo spavento che abhyasa ci fa, perché pensiamo sia troppo complicato prendersi 3 minuti almeno la mattina per sedersi a respirare ad ascoltare un mantra prima di gettarci nella giornata…  

Lo dico per chi conosce già il termine: NIRODHA, cioè l’arresto delle fluttuazioni mentali, il porto in cui arriverà un giorno la nostra nave per Grazia divina e grazie al nostro perseverare. Questa parola formata da 2 parti: NI (giù, dentro), RUDH (arrestare, fermare, cessare, frenare, sopprimere).

Ma non è la soppressione dei pensieri, delle nostre funzioni mentali, ma dell’errore cognitivo di percezione che causa la sofferenza, (AVIDYA, nescere, ignorare), il prendere per eterno ciò che non lo è, fondare la nostra vita su quello che in realtà cambia ogni istante…

 

Allora togliere è la condizione per trovare la parte più profonda di noi che è coperta dal nostro ego.

 

Quando liberiamo un box secondo il metodo di Nagisa Tatsumi la liberazione si chiama declattering. In India la liberazione si chiama kaivalya in sanscrito e per loro è la liberazione dalle sofferenze e dalle rinascite. Sulle rinascite non posso dire molto, c'è chi ci crede e chi no, ma delle sofferenze posso dire che sui testi sacri è scritto che «le sofferenze future possono essere evitate». 

Come? Cominciamo dal togliere l’affanno che abbiamo sul cuore, a smuovere l’energia. Cominciamo dalla prima arma che ci ha dato Madre natura: il respiro.

E buona primavera e buona rinascita a tutte a tutti.


Foto di Susann Mielke da Pixabay.


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