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  • Immagine del redattoreMario Raffaele Conti

Unire la psicoterapia a Yoga e meditazione è vincente

Due scienze, due percorsi. Che, se si integrano, portano alla vera salute mentale


Bisogna dirlo. La psicologia occidentale, sia la psicanalisi sia quella comportamentale, sono estremamente importanti nell’evoluzione di un essere umano. Eppure, alcune volte ho avuto l’impressione che non siano né possano essere definitive. La sola analisi del comportamento o delle radici dei nostri problemi non porta a una reale risoluzione dei problemi stessi. Talvolta apre solo le ferite, senza dare il filo di sutura e rendendo la mente un luogo di eterna sofferenza consapevole. E di recriminazioni per ciò che “doveva” avvenire e non è avvenuto.

L’analisi consente di scandagliare le parti più profonde di sé, fino alla comprensione di alcuni meccanismi che hanno portato ad altrettante azioni e reazioni. È un percorso fondamentale, non parlo per sentito dire, ma per esperienza diretta: capire quel che ti accade dentro, sapere dove ha avuto origine, fare pace con alcuni meccanismi. Fa parte del mio percorso di consapevolezza, secondo me se lo si salta, manca una gamba della sedia e si rischia di cadere rovinosamente.


Però ha i suoi limiti – come tutto – perché non spiega, per esempio, la ragione ultima secondo la quale qualcosa è andato bene e qualcosa andato storto.

Un analista a un certo punto si ferma, non va oltre. Deve fermarsi. Oltre a una certa fotografia della mente, oltre a comprendere i meccanismi interiori che portano a boicottare la propria vita, per esempio, la psicologia si ferma.


Talvolta la psicoanalisi ha poi la grande pecca di sapere benissimo destrutturare, ma di non sapere poi ristrutturare, costruire secondo nuovi parametri più funzionali all’essere umano. Dipende dal terapeuta, certo.


È a questo punto che lo Yoga fa la differenza. La quotidiana pratica di sedersi a respirare e a osservare i pensieri che arrivano fino a trascenderli, a praticare la respirazione secondo i dettami del Kriya yoga, questo provoca un upgrade della propria ricerca interiore, in un modo che la semplice analisi razionale non può immaginare. Solo in questo modo il pensiero si raffina, si rende sottile fino al punto di annullare alcuni confini naturali tra il subconscio il conscio e il superconscio.


Per dirla alla maniera yogica, quella si occupa di manas, questo di buddhi. Ma altrettanto fermamente, per esperienza, posso dire che la pratica meditativa quotidiana può dare una grande mano al percorso di indagine psicologica fino a fondersi con essa e a renderla superata.


L’insegnante di yoga o di meditazione che denigra la psicologia fa un grave errore e il terapeuta che denigra lo yoga e la meditazione fa un errore ugualmente grave. Il percorso psicoanalitico è basilare per l’equilibrio e per la conoscenza interiore. Lo yoga non può sostituire la psicanalisi e/o la psicologia, perché queste sono terapie, e se si ha la fortuna di incontrare professionisti capaci e onesti, è un dono speciale che cambia la vita.

Lo yoga, invece, è un terreno di conoscenza più profonda che trova spazio e può crescere quando è stata già fatta una certa “pulizia”, quando la ricerca più grossolana è stata svolta, quando si sono in parte metabolizzati i ricordi, le esperienze, perché su questa metabolizzazione può agire la presa di coscienza che l’ego va trasceso per potersi sviluppare interiormente. Ma se non sai chi sei, se non sai da dove vieni, quali traumi hai avuto, se non hai lavorato mai sui traumi, se non hai mai fatto conoscenza con i limiti del carattere, il lavoro dello yoga è più complesso e rischia di costruirsi sul cemento armato dell’ego o dell'illusione, più che su un terreno fertile.


Questo, secondo me, è il motivo per il quale proprio negli ambienti spirituali si respira tantissima violenza verbale (guardate le reazioni buddhiste tibetane alla vicenda del Dalai Lama, per esempio) e morale, tanta supponenza e tanto giudizio (tra insegnanti di yoga talvolta il clima è irrespirabile), tanto eclettismo spirituale (faccio tante esperienze nell’illusione che un gran numero di pratiche di diverse tradizioni aiuti la propria crescita interiore).


Questo è il motivo per il quale questo nostro parlare di yoga non piace a chi si crede depositario del “vero yoga”. Questo è un sito che ha la presunzione di provare a portare gli insegnamenti dello yoga nella vita quotidiana, di scandagliare le esperienze e di darne una possibile (o anche impossibile) interpretazione yogica, perché siamo convinti che lo yoga sia relazione e non un affare per pochi relegato a centri elitari. Se non si porta lo yoga nella vita, lo yoga non è yoga.


Lo Yoga è la luce che illumina il mare della mente.

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