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  • Immagine del redattoreElia Perboni

Nanni Ricordi, l'uomo che inventò i dischi

Affidarsi al proprio sentire, sperimentare, ricercare e guardare avanti senza pregiudizi sono modi d’essere difficili da trovare nel medesimo profilo umano. Sulla mia strada, nel mondo della musica, ne ho incontrati alcuni e tra questi sicuramente Nanni Ricordi: ha inventato la discografia e i cantautori infrangendo le regole e combattendo spesso anche contro i pareri della sua stessa importante famiglia, Ricordi per l’appunto, alla cui storia monumentale nell’editoria musicale sono stati dedicati persino un celebre film del 1954 Casa Ricordi, e una miniserie di successo su Raiuno, Famiglia Ricordi del 1995.

Di Nanni Ricordi ricorrono i dieci anni dalla scomparsa, celebrati da mostre e da un docufilm denso di testimonianze, diretto da Roberto Manfredi titolato Nanni Ricordi, l’uomo che inventò i dischi.


Sono stato spesso ospite nella sua casa in corso di Porta Nuova a Milano, per l’esattezza al numero 10, un grande appartamento frequentato da artisti di ogni genere che condividevano anche momenti di privato con Nanni, una via di mezzo tra il salotto culturale e la factory. Sì, perché Nanni non era solo un produttore, sapeva riconoscere l’animo umano delle persone, ne intuiva le potenzialità inespresse alle quali dava voce. E musica.


Certo non è stato l’unico nella sua famiglia ad avere intuito da talent scout. Il bisnonno Giulio scoprì e lanciò un certo Giacomo Puccini e anche in quel caso la famiglia non era d’accordo. È nel Dna dei Ricordi. Infatti quando Nanni decise di far incidere Lucio Battisti il management era contrario perché lo riteneva poco commerciale. Ma lui andò avanti, aveva sentito ciò che questo ragazzo con la chitarra, così insistente nel volersi far ascoltare, poteva esprimere.

La sua grande sfida cominciò alla fine degli anni Cinquanta quando le edizioni Ricordi decisero, dopo l’esperienza di Nanni in America dove aveva assistito allo sviluppo dei supporti musicali, di aprire il settore Dischi Ricordi.

Il primo disco, come a voler continuare il genere della casa editrice, ovvero il grande repertorio classico, è la registrazione, nel 1958, di Medea al Teatro alla Scala di Milano con Maria Callas.

Ma in quegli anni Nanni ascolta ciò che succede attorno a lui, i fermenti della società e scopre quella che diventa, soprattutto grazie a lui, la canzone d’autore, una rivoluzione storica e culturale nella musica e nel costume. Lui ne diventa l’artefice, il motore propulsore e lancia su disco i giovani Gino Paoli, Luigi Tenco, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Ornella Vanoni, Milva e tanti altri a lui legatissimi.

Ma la sua anima ribelle, l’impegno politico lo portano ad abbandonare il grande establishment per diventare indipendente e fa nascere l’etichetta Ultima spiaggia, dove troveranno “riparo” vecchi amici, come Enzo Jannacci e Ricky Gianco, ma anche nuove realtà come Ivan Cattaneo e Gianfranco Manfredi. È stato l’ultimo capitolo della sua avventura nell’arte.

La sua è una storia che insegna perché il film della sua vita ha quale filo conduttore la ricerca: scoprire il valore nascosto, ciò che non appare e mettere in luce il diamante nascosto.






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