top of page
  • Immagine del redattoreMario Raffaele Conti

La mia rivoluzione è verde (e pacifica)

Aggiornamento: 17 lug 2023

Non è vero che chi semina raccoglie, raccoglie chi cura ciò che ha seminato. Quando ho pensato per la prima volta a questa rubrica per Rispirazioni, mi sono chiesto cosa potessi dire in un ambito di ricerca e di cultura. Allora ho deciso che il mio primo intervento sarebbe stato rivoluzionario perché anche io desidero provare a uscire dal coro e cercare di portare la mia rivoluzione del metro quadro verde sui telefonini e sui computer di tutti. Ma la mia non vuole essere una rivoluzione violenta, anzi è una rivoluzione fatta di armonia e di attenzioni. Risponde alla mia fede nell'uomo e nell'ambiente, i grandi concetti respirati da giovanissimo sui libri di Raoul Follereau. All’età di 12 anni circa, a scuola, ci fecero ascoltare degli audio di questo giornalista francese che ha girato il mondo per risolvere il problema della lebbra. Ma a parte sentirlo e poi vederlo, talvolta, con delle immagini bellissime, quello che mi ha colpito è un libro che lui ha scritto e che io conservo ancora da quegli anni e che s’intitola Stringere le mani del mondo, un libro per i giovani nel quale lui scrive ai giovani del suo tempo: «Tutto sarà salvato se voi saprete amare. Non un giorno, di passaggio, ma intensamente, per lungo tempo … e per tutti i giorni sempre. Non scoraggiatevi non rinunciate, non desistete. Voi siete sicuri di aver ragione perché il domani siete voi. Non ascoltate i vili che per tradire più comodamente il loro dovere diranno “Non serve a nulla…” . Ridete in faccia agli scettici, ai prudenti, ai maligni, a coloro che vanno in pensione quando ancora sono in fasce… Applaudite o denunciate, ammirate o indignatevi, ma non siate neutrali, indifferenti, passivi, rasseganti. Fate della vostra vita qualche cosa che vale. Tutto l’amore seminato presto o tardi fiorirà...».

Nel mio piccolo ho cercato, sempre, di seguire questi insegnamenti e dall’età di 18-20 anni ho iniziato a fare volontariato e una serie di attività volte a sostenere persone fragili attraverso l’amore per la natura. Ho svolto il servizio civile e poi ho cominciato quella che era la mia vera vita. Che non era solo essere l’erede principale di una famiglia storica di vivaisti, ma tanto quella di occuparmi di verde - mia grande passione - e, assieme, di sostenere il prossimo più debole. Prima ho dovuto dimostrare di essere forte nel lavoro, quindi l’azienda l’ho presa in mano davvero con i miei fratelli Paolo e Francesco, cercando di dimostrare attraverso un continuo impegno, che volevo e sapevo lavorare. A quel punto, come dice James Hillman nel Codice dell’anima, ho seguito la mia ghianda, mi sono trasformato in me stesso vero, ho creato cooperative che aiutano persone in difficoltà, mi sono dedicato persone fragili e natura.

È ormai da una trentina d’anni che faccio quello che desidero e che sento. Raoul Follereau mi ha dato la scintilla. Ma oggi una nuova sfida si affaccia al mondo: il pianeta sta soffocando, si sta riscaldando e la nostra unica speranza è nella forza naturale del nostro pianeta e nel rispetto, da parte nostra, di queste meravigliose risorse vitali per noi. Ecco perché ho lanciato la rivoluzione del metro quadro vegetale.


Ne parlo nel mio libro Salvarsi con il verde che dà il titolo a questa rubrica, ed è - come scrivo - «un invito al cambiamento interiore attraverso la cura di tutto quanto accade nel metro quadro che si trova attorno a noi ». Inutile pensare a visioni lontane a problemi d risolvere in luoghi lontanissimi. Alcuni più forti lo fanno ma non è da tutti. Quando sentite dire che stanno piantando milioni di alberi per compensare l'inquinamento, pensate anche che senza qualcuno che le innaffia quelle giovani piante sono destinate a morire. Tutte. Non è vero che chi semina raccoglie, raccoglie chi cura ciò che ha seminato.


Io dico che la vera rivoluzione, il vero cambiamento dipende dalla nostra azione qui e ora, dalla relazione che instauriamo con il metro quadro di terra dove viviamo e di cui abbiamo bisogno perché ci regala ossigeno, acqua, luce. Vita. La mia rivoluzione nasce e si sviluppa in un gesto quotidiano, quello di noi cittadini che portiamo acqua all'albero appena posto davanti alla scuola, nell'aiuola sotto casa, nel giardino pubblico, quella che ci porta a ridurre l’uso della plastica, delle carni rosse, dei pesci ormai disperati abitanti di mari gravemente inquinati, quella che ci porta ad assistere familiari e amici malati.

Ho letto sui social che alcuni sostengono che sono i comuni a doversi occupare del verde pubblico. Non entro nel merito. Penso che se il verde è qualcosa che riguarda il futuro dell'uomo, spetta a noi tutti dare una mano in questo momento di siccità e caldo così intenso. Alberi, arbusti, piante di ogni genere ci ringrazieranno salvandoci. E la rivoluzione verde avrà inizio.


Il verde ben curato di Place des Vosges a Parigi.




68 visualizzazioni1 commento

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page