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Da Washington a Trump la Casa Bianca ne ha viste di tutti i colori

Aggiornamento: 17 lug 2023

Dal '45 abbiamo guardato a lungo all'America come a una Terra promessa. Ma da qualche anno abbiamo capito che non è proprio così, che le contraddizioni sono tante e che il mito è affondato in guerre, diritti civili calpestati, politiche sociali inesistenti e un mare di scandali che fanno quasi dimenticare i nostri. Ecco un elenco dei più famosi (e di quelli dimenticati) da Washington a Trump.


Sono un simbolo di libertà gli Stati Uniti. Perché ci hanno aiutato a ritrovarla, noi europei, in due guerre mondiali. Tra il 1944 e il 1945, mentre risalivano l’Italia, abbiamo toccato con mano gli aspetti minori ma importanti della ritrovata libertà nei doni che ci facevano i soldati americani: sigarette, cioccolata, gomma da masticare, coca cola, whisky. Libertà di mangiare, bere e fumare…


E dopo di loro sono tornati o arrivati dagli Stati Uniti romanzi, film, dischi importanti. Con qualche sacrificio: io bambino fui costretto a vedere un interminabile Via col vento in versione originale; però, quando ebbi una polmonite la penicillina americana mi salvò la vita. Tuttavia scoprimmo che l’America non era solo quella positiva, ottimista e democratica dei film di Frank Capra, ci arrivavano anche notizie sconvolgenti: scuole e autobus separati per bianchi e neri, una donna di colore arrestata per aver osato sedersi su un sedile riservato ai bianchi, i delitti del Ku Klux Klan. Per noi erano incomprensibili, non avevamo problemi razziali: gli ospiti del quartiere cinese di via Canonica a Milano erano perfettamente integrati e parlavano in dialetto milanese; di neri ne conoscevamo uno solo, che faceva il calciatore e giocava nel Napoli, Luis Roberto La Paz. L’America restava comunque il tempio della democrazia e la Statua della Libertà ne era il simbolo “vivente”.


Dopo tanti anni, oggi scopriamo che la democrazia è stata messa in discussione, che Donald Trump avrebbe favorito un vero e proprio tentativo di colpo di Stato. C’è una commissione d’indagine sull’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 (ricordate l’uomo con le corna tra i rivoltosi?). Le sedute sono pubbliche e trasmesse in diretta tv. Una vignetta sul New Yorker commenta una verità amara, mostrando una donna davanti al televisore, che legge il programma: «Viene descritto come un giallo dove si conosce già il colpevole, ma vale la pena guardarlo per capire se alla fine la democrazia muore». Trump ha arringato la folla, l’ha incitata a ribellarsi, ha continuato ad affermare che le elezioni erano truccate, non voleva lasciare la Casa Bianca. Perfino la figlia Ivanka ha cercato di dissuaderlo, confermando che le elezioni erano state regolari e le presunte frodi elettorali erano solo una grande bugia.


I giornali hanno pubblicato decine di vignette sui “pessimi rapporti” tra Trump e la Statua della Libertà. “The Donald”, però, continua a ribellarsi: «Mi hanno accusato di essere un bugiardo, un pazzo, un maniaco, un complottista. Ma alla Casa Bianca, io sono stato uno dei migliori inquilini». Trump è famoso per le sue bugie, commette errori anche gravi, ma in questo caso per una volta non ha tutti i torti. Scorrendo un breve elenco dei suoi predecessori, scopriamo che in realtà la Casa Bianca non è bianca, perché ne ha viste di tutti i colori.


Il 1° presidente Washington nel quartiere della servitù

Si comincia subito dal primo presidente, George Washington, innamoratissimo non della moglie Martha, ma di Sally Fairfax, moglie del suo migliore amico, un Lord inglese. Washington muore a causa di un'infreddatura presa facendo l’amore quasi ogni notte con una schiava nel quartiere non riscaldato della servitù.


Il 3° Jefferson cinque figli dalla schiava

Thomas Jefferson possiede una splendida villa dal nome italiano, Monticello, e duecento schiavi: è legato per quasi quarant'anni a una delle sue schiave, Sally Hemmings, che gli dà cinque figli, il primo quando aveva appena 17 anni. A chi protesta indignato, risponde tagliando corto: “Volete forse un eunuco alla Casa Bianca?”. Jefferson perde la testa per una nobildonna fiorentina, Maria Luisa Cecilia Cosway, moglie di un diplomatico francese, che però abbandona marito e amante per fuggire col tenore Luigi Marchesi.


Il 10° Tylor inseguimenti attraverso i saloni

John Tyler, vedovo e con sette figli, insegue per i saloni della Casa Bianca una signorina di facili costumi, Julia Gardiner, di trent'anni più giovane: la raggiunge spesso, poi la sposa e anche da lei ha sette figli. Un record impossibile da superare: un presidente con 14 figli, tutti suoi!


Il 15° Buchanan gay tradito dalla lettera

James Buchanan, avvocato, ufficialmente definito “uno scapolone impenitente”, è il primo presidente gay della Storia americana. La sua fidanzata, l’ereditiera Anne Coleman, si uccide con una overdose di laudano, lasciando una lettera in cui lo accusa di averla trascurata e tradita. Per dieci anni Buchanan condivide un appartamento a Washington con il senatore William Rufus King: i due sono soprannominati “i gemelli siamesi”, che è un modo elegante per indicarli gay. Buchanan si tradisce alcuni anni dopo: in una lettera a un’amica confessa di sentirsi solo senza Rufus e di avere corteggiato senza successo altri gentiluomini. Buchanan, sebbene nato al nord, è favorevole allo schiavismo.


Il 16° Lincoln vuole spedire i neri nei Caraibi e a Panama

Abramo Lincoln è il presidente che pone fine alla schiavitù, prima con il Proclama di emancipazione (1863), che libera gli schiavi negli Stati della Confederazione e poi con la ratifica del XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America, con il quale nel 1865 la schiavitù viene abolita in tutti gli Stati Uniti. Ma anche la sua famiglia ha avuto schiavi come servitù. Ipotizza di far deportare nei Caraibi un buon numero di ex schiavi per andare a lavorare nelle piantagioni. Inoltre ha progettato di inviare a Panama, dopo la fine della guerra civile, migliaia di soldati neri, che stanno combattendo per il Nord, allo scopo d’impiegarli per scavare il canale tra il Pacifico e l’Atlantico. Lincoln ha con la moglie Mary Todd un matrimonio tormentato: lei è gelosissima e gli fa violente scenate anche in pubblico, lui minaccia di strangolarla o di farla rinchiudere in manicomio. Lincoln è poi ucciso in un attentato: forse a causa di questa morte violenta, il suo fantasma continua a vagare per la Casa Bianca. L'hanno incontrato testimoni attendibili: Eleanor Roosevelt e Harry Truman. Claudia "Lady Bird" Taylor, moglie del presidente Lyndon Johnson, se l'è trovato accanto mentre guarda la televisione, anche lui interessatissimo a un programma in cui si parla del suo assassinio.


Il 28° Wilson nudo per le vie di Parigi

Woodrow Wilson frequenta le feste di Washington con l'amante Edith Bolling Galt al fianco e induce il "Washington Post" a un leggendario errore di stampa: “A tarda sera, il Presidente Wilson è entrato nella sua accompagnatrice...”. Nell’edizione successiva, è corretto: “entrato ‘con’ la sua accompagnatrice”. Appena la moglie Ellen Axson muore, Wilson sposa Edith. Una notte dell’inverno 1918 a Parigi, il flic Jean Lafitte, di ronda nei pressi dell’Arco di Trionfo, ferma un signore anziano, che cammina pensieroso, completamente nudo. Anziché al commissariato, l’accompagna in una clinica psichiatrica. Al medico di turno l’uomo nudo dice di essere il presidente degli Stati Uniti: ottimo, tra gli ospiti hanno già Napoleone, Giulio Cesare, Luigi XIV, un presidente americano gli mancava. Sembra davvero americano e all’ambasciata degli Stati Uniti, dove non trovano più il presidente Woodrow Wilson, sono felici di andare a riprenderselo. Apparentemente ristabilito, Wilson partecipa al Trattato di Versailles, fonda la Società delle Nazioni, riceve il Nobel per la Pace. Tornato negli Stati Uniti, ha una serie di ictus che lo lasciano menomato nel corpo e nella mente. A governare gli Stati Uniti al suo posto è la seconda moglie Edith Bolling, decisa a non lasciare la Casa Bianca. Stabilisce lei quali questioni sottoporre al marito (cioè a sé stessa) e quali delegare ad altri.


Il 32° Roosevelt e sua moglie corteggiano la stessa donna

Franklin Delano Roosevelt e sua moglie Eleanor sono la più popolare coppia presidenziale, negli Anni Trenta e Quaranta. Eppure non si possono sopportare e da sempre dormono in camere separate, gelosi l’uno dell’altra, perché tutti e due corteggiano la segretaria di lei, Lucy Mercer. Poi lui ha una lunga relazione stabile con la sua segretaria Missy Lehand: una volta che viene sorpresa mentre esce dalla camera di lui in vestaglia, Missy, si giustifica dicendo che l'ha aiutato a riordinare la sua collezione di francobolli. Roosevelt muore tra le sue braccia nel 1945. Nella camera da letto di Eleonora, invece, trova ospitalità la famosa giornalista Lorena Hickock, un donnone che fuma sigari e beve whisky puro, che gentilmente l'Associated Press ha mandato come "inviata permanente" presso la Casa Bianca.


Il 34° Eisenhower innamorato dell’autista

Perfino il generale Ike Eisenhower ama combattere alcune sue battaglie tra le lenzuola: non ha rapporti con la moglie Betsy, la popolarissima Mamie, che soffre di turbe psichiche; ha invece una lunga relazione con la sua segretaria-autista sul fronte europeo, Kay Summersby. Poi alla Casa Bianca una serie infinita di blitz amorosi. È colpa sua se Cuba è diventata comunista: Fidel Castro è andato a Washington per chiedere aiuti economici ma Ike non l’ha ricevuto perché deve andare a giocare a golf: così, per andare in buca perde Cuba.


Il 35° Kennedy ama Marilyn, ma non vuole sposarla

Il primo presidente cattolico fa sesso in continuazione, affermando che è un’indispensabile ginnastica contro il mal di schiena. Tradisce la moglie Jackie addirittura il giorno del matrimonio. Dopo aver tagliato la torta, taglia la corda per andare a trovare gli amici che gli offrono una ragazza come regalo di nozze. È nota la relazione con Marilyn Monroe, è storica la scena di lei che in pubblico gli canta «tanti auguri! al suo compleanno. Non c’è la benché minima prova che l’abbia fatta uccidere, come qualcuno ha sospettato (Marilyn avrebbe voluto che divorziasse da Jackie per sposare lei). Ma certo la morte della Monroe rimane un mistero: anche l’autopsia del famoso coroner Thomas Noguchi non ha chiarito tutti i dubbi.


Il 37° Nixon l’unico presidente costretto ad andarsene

Non per nulla Richard Nixon è soprannominato Tricky Dicky (come dire: Riccardino imbroglione). Giusto 50 anni fa, il 17 giugno 1972, scoppia il Watergate, il più clamoroso scandalo politico della storia degli Stati Uniti d'America, che a Nixon costa il posto: è l’unico presidente americano costretto a dimettersi. Nell’hotel Watergate sono arrestati 5 agenti segreti mandati da Nixon a spiare i democratici, suoi avversari. Con involontaria ironia, i 5 si dichiarano “idraulici” per controllare eventuali perdite (ma di voti, non di acqua). A rovinare Nixon è l’inchiesta condotta d due giornalisti del Washington Post, Bob Woodward e Carl Bernstein, interpretati da Robert Redford e Dustin Hoffman nel film Tutti gli uomini del presidente.



Il 42° Bill Clinton ha preso una brutta piega

È stato detto fin troppo, perfino in una serie tv, su Clinton e le sue divagazioni sessuali. Possiamo ricordare che il suo sesso ha “preso una brutta piega”, impedendogli di fare l’amore “normalmente”. E che si è appellato addirittura alle Sacre Scritture, affermando “Nella Bibbia non se ne parla” per giustificare il fatto di aver taciuto sui suoi “rapporti orali” con Monica Lewinsky.




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