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  • Immagine del redattoreElia Perboni

Il Tai chi e il dono d'amore di Laurie Anderson a Lou Reed

Vi racconto una storia d’amore. Siamo a Ravenna per il Festival dell’arte e della cultura 2023. Sul palco va in scena l’unica performance italiana di Laurie Anderson, musicista americana dedita soprattutto alla sperimentazione sonora, artista polivalente, d’avanguardia e che negli anni Ottanta nonostante il linguaggio fuori dagli schemi, con modulazioni elettroniche conquistò a sorpresa il pubblico con un titolo, O Superman, diventato un successo anche grazie al supporto di un video di straordinario effetto da lei realizzato.


Nella serata di Ravenna, verso la fine di un intrigante spettacolo multimediale Laurie Anderson cambia improvvisamente rotta e in un’atmosfera rarefatta si esibisce in alcuni lenti movimenti del corpo, azioni ispirate al T'ai Chi. Spiega che è un omaggio che dedica all’artista e all’uomo più importante della sua vita, Lou Reed, con il quale ha condiviso l’ultimo cammino sino alla morte avvenuta il 27 ottobre 2013.

La canzone che fa da sottofondo a questa sorta di danza magnetica è un inedito di Lou Reed, Open Invitation, il cui tema è proprio il T'ai Chi che l’artista scomparso praticava da anni e poco tempo prima di morire si era dedicato alla scrittura di un libro dedicato al tema, un volume che solo anni dopo, con tanti ripensamenti e difficoltà emotive Laurie Anderson ha deciso di completare, disponibile solo in lingua inglese e titolato The Art of the Straight Line: My Tai Chi.


La genesi di questo libro risale a una serie di conversazioni tra i due che vertevano sull’arte, ed esplora le varie declinazioni di questa filosofia e della sua importanza nell’applicazione all’arte e alla fotografia, e soprattutto alla vita quotidiana e alla meditazione. Apparentemente è un mondo lontano dall’uomo che camminava sul lato selvaggio della strada (Walk on the wild side), ribelle e anticonformista, cresciuto nell’underground newyorkese. Ma ormai il suo sguardo a Oriente era presente anche nella sua arte, infatti nel 2008 Lou Reed pubblica un album, Hudson river wind meditations, con musiche dedicate all’accompagnamento della pratica.

È il 1992 quando il musicista, cinquantenne, incontra Laurie Anderson e ne rimane fortemente attratto, una donna che sembra racchiudere in sé femminile e maschile, un’artista aperta alle contaminazioni. Come lui. È un incontro sullo stesso terreno, ognuno con tanti progetti da realizzare. Arte e vita si aggrovigliano, condividono collaborazioni, concerti e passeggiate mano nella mano, un romanticismo quasi inaspettato per due artisti così fuori dalle convenzioni.

E c’è una canzone del 1994 In Our Sleep che suggella il legame sia sul piano personale sia su quello artistico. È una canzone d’amore minimale, scritta, cantata e registrata insieme per l’album di Laurie Bright Red. Il 12 aprile del 2008, decidono di sposarsi. La cerimonia si svolge in forma privata in Colorado, ma il giorno dopo la coppia è di nuovo a New York, nell’amato East Village, per festeggiare nella città che incornicia il loro romanzo amoroso. Disse Laurie: «Prima mi sono chiesta chi fosse questa persona e chi fossi io. La risposta è che siamo le stesse persone che sono insieme da vent’anni ed è una cosa straordinaria perché è un po’ come sposare il tuo migliore amico. Sono molto felice».

La vita da trascorrere insieme per Laurie e Lou però si arresta la domenica mattina del 27 ottobre 2013. Lui è malato da due anni. Ha continuato a fare T'ai Chi imparato dal suo maestro Master Ren GuangYi. Laurie ha raccontato con struggente amore il viaggio finale di Lou: «Stavo tenendo tra le braccia la persona che amavo più di ogni altra cosa al mondo e le parlavo mentre moriva. Il suo cuore ha smesso di battere. Non aveva paura. Ero riuscita a camminare con lui fino alla fine del mondo. La vita non può dare qualcosa più di questo. E la morte? Penso che lo scopo della morte sia liberare tutto l’amore che si possiede».

E per liberare tutto l’amore che si possiede, dopo l’ultimo viaggio di Lou, Laurie Anderson scrive e fa pubblicare queste parole: «Che meraviglioso autunno! Tutto splende d’oro e la luce è così incredibilmente morbida. L’acqua ci circonda. Io e Lou abbiamo passato molto tempo qui negli ultimi anni, e anche se siamo persone di città questa è la nostra casa spirituale. La scorsa settimana, avevo promesso a Lou di tirarlo fuori dall’ospedale e portarlo a Springs. E lo abbiamo fatto! Lou era un maestro di Tai chi e ha passato i suoi ultimi giorni felice e abbagliato dalla bellezza e dal potere e dalla delicatezza della natura. È morto domenica mattina guardando gli alberi e praticando le famose 21 mosse di Tai chi, muovendo nell’aria le sue mani da musicista. Lou era un principe e un guerriero e sono certa che le sue canzoni di dolore e bellezza rincuoreranno tanta gente nel mondo grazie all’incredibile gioia e gratitudine che provava per la vita. Lunga vita alla bellezza che pervade tutti noi. Moglie innamorata e amica eterna»

«Tui Shou», la spinta con le mani del T'ai Chi Ch'uan. Foto di Ron da Pixabay.

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