Cosa mi dice la parola comfort zone?
È il luogo che cerchiamo per tutta la vita,
dopo sudate, pianti, traslochi di case e di cuori, cambi di lavoro o di amicizie,
È quella sensazione di sicurezza che ti fa pensare, ok, adesso posso respirare.
È ciò che si costruisce quando, trasformati dal percorso, accettiamo quello che c’è.
Però non sempre è così dolce come sembra.
A volte significa camminare con scarpe troppo strette,
un numero in meno non è dolore insopportabile, ma un logorio silenzioso.
Rimanere nella comfort zone non vuol dire che non si possa cambiare,
che non si debba migliorare.
Eppure, lentamente ti spegne,
ti toglie luce dagli occhi,
ti anestetizza il cuore.
Una vocina ti sussurra che…
così sarà per sempre,
e tu, rassicurato da quella promessa,
piano piano smetti di vibrare,
muori dentro,
piano, piano,
in silenzio.
Lo fai per non sentire più la terra tremare,
per mettere a tacere il caos interiore,
per credere in una pace illusoria
che è in realtà anestesia.
Meno male arriva sempre un momento,
grazie al cielo,
grazie a una sincronicità benedetta.
Una scintilla.
Una spinta.
Un incontro.
La tua anima, insieme ad altre anime,
complotta per risvegliarti.
Ritorna l’energia vitale,
quella che crea sogni e progetti nuovi,
e sul piatto finalmente ricomincia a girare la melodia che riconosci,
è rock, è jazz!!!
È quella che ti fa sentire vivo, giovane, speciale, in vita!!!
È allora che tutto cambia.
La vibrazione interiore si riallinea a ciò di cui hai bisogno.
E davanti a te si apre un nuovo disegno,
un nuovo scenario,
una nuova storia.
Di gioia e libertà.

Il leggendario Yogi immortale è l’essere umano che completa l’evoluzione con la padronanza delle energie interiori e la realizzazione del Sé. E molte scuole tamil sostengono che il Kriya Yoga, reso famoso da Yogananda, abbia radici nel “Siddha Yoga” tamil...
Questo è un po’ il manifesto dello yoga che pratico e che insegno da quasi trent’anni. Lo yoga si occupa della domanda essenziale che abita ogni essere umano. Del mistero del vivere, del mistero dell’essere coscienti. Del “chi” siamo e “come” siamo. La parola “Yoga” indica uno stato, uno stato fondamentale della coscienza. Non è un percorso che conduce da un luogo a un altro, e neppure una ricerca di benessere. È la possibilità di essere consapevoli di essere vivi e di come lo siamo. La possibilità di sentirsi espressione di una realtà indivisa. La pratica di Yoga si fonda sull’Osservazione e sul Cambiamento.
Lavoro con la voce da cinquant’anni. È stata la mia compagna, la mia arma gentile, il mio specchio: la radio, la tv, il canto. Con la voce ho raccontato e ascoltato, ho cercato emozione, ritmo, verità. Ma più la uso, più capisco che la voce non è solo suono: è respiro che si manifesta, corpo che vibra, anima che prende coraggio e decide di farsi sentire. È la forma più diretta di presenza
La speranza di una donna che è scappata dall'orrore e ha cercato un futuro con i suoi figli su un'isola della Grecia. Ma ha lasciato l'amore della sua vita e non vuol sapere che lo rivedrà solo come nuvole nel cielo...
Per invecchiare meglio bisognerebbe leggere più libri sulla biologia e guardare meno pubblicità. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi. Perché i condizionamenti sociali sono enormi. Ma a prescindere dallo sviluppo tecnologico che l’umanità ha raggiunto, le domande sulla vita e sulla morte rimangono le stesse. Perché nasciamo, perché moriamo? Ai quesiti esistenziali senza tempo rispondiamo con trapianti e i ritocchi, mentre dovremmo imparare a meditare...
Mahavatar Babaji, il guru di Lahiri Mahashaya che ha portato il Kriya Yoga in tutto il mondo, è il protagonista di un nuovo libro scritto da Jayadev Jaerschky. Che ci spiega chi è quest'essere leggendario che Yogananda descriveva come «simile al Cristo»



