Perché la poesia «Natale ortodosso»
In genere non mi piacciono le poesie che si agganciano a fatti di attualità, mi sembrano sempre cose di circostanza, un «devo dire la mia su» per tenere il ritmo della fabbrica delle opinioni, ma in un modo che sia linguisticamente elaborato, «perché la poesia deve anche parlare di temi civili e politici« ecc... (cosa su cui in generale non sono d’accordo).
Detto questo, mi contraddico in pieno pubblicando qui proprio una poesia del genere. Oppure non mi contraddico affatto se affermo che a me questa poesia non piace? (cosa abbastanza vera). Debbo aggiungere a mia discolpa che mi è “venuta” come reazione alla lettura di una notizia e vedendo una certa foto. In entrambi i casi (nella notizia e nella foto) veniva scimmiottata la retorica del «vogliamoci bene» natalizia, già dalle nostre parti per me insopportabile, figuriamoci se proviene da un posto dov’è in corso una guerra atroce voluta dal mittente del messaggio.
Così ho pensato che per rispetto verso quel sentimento d’indignazione la poesia l’avrei tenuta. Quanto a pubblicarla, sappiate che è un dispetto che mi ha fatto il Direttore, al quale invece è piaciuta..
NATALE ORTODOSSO
A ovest la luna alta sul tetto;
un punto rosso-bianco che scia
lungo la volta a est; la pustola
di Marte lampeggia maligna – vedi
benissimo che è rossa
gli antichi le attribuivano guerra
e forse allora come adesso
si dava a battere come cuore vivo
il presidente in maglione bianco
mezzosorride, il busto piegato
in posa familiare verso l’obiettivo;
una tregua per natale
dice il patriarca ed è già pronta
la foto della festa a sangue zero;
forse quei due non hanno mai alzato
gli occhi su Marte
che si dà a battere come cuore vivo
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