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  • Immagine del redattoreElia Perboni

Lucio & Lucio, 80 anni dopo i gemelli sono diventati due giganti

Aggiornamento: 19 feb

Il 4 e 5 marzo 1943 nascevano, a sole 12 ore di distanza, rispettivamente Lucio Dalla, in quel di Bologna, e Lucio Battisti, a Poggio Bustone (Rieti). Sono trascorsi 80 anni e in questo 2023 saranno tanti gli eventi e le celebrazioni a ricordarli. Intanto è prevista la ristampa di alcuni album storici in vinile della Sony Music tra i quali 1983, Com’è profondo il mare e Il giorno aveva cinque teste per Dalla e Don Giovanni, Emozioni e La sposa occidentale per Battisti. Inoltre sono programmati spettacoli teatrali e incontri.



Pur se diversi sotto l’aspetto umano (estroverso Dalla, introverso Battisti) e sotto quello artistico, nella composizione, nello stile e nel canto un filo lega i due personaggi, colonne della musica italiana: la medesima caparbietà sperimentale nella musica. In loro c’è sempre stata la capacità, come autori soprattutto, di innovare e trasmettere, nei pochi minuti di una canzone, emozioni musicali e letterali unite come in un piccolo film senza immagini; quelle sono il frutto della nostra fantasia, diventano nostre e rimangono fissate nella nostra scatola della memoria.


Lucio Dalla, polistrumentista (voce, fisarmonica, pianoforte, sassofono e clarinetto), curioso, irrequieto e imprevedibile, ha attraversato tanti generi, partendo dal jazz per poi esplorare con successo l’epoca beat e le canzoni che lo vedono transitare anche a Sanremo dove, nel 1971, canta anche la sua data di nascita: 4/3/1943 con il testo di Paola Pallottino, storica d’arte, illustratrice e paroliera.

Poi arriveranno altre parole sulla sua musica, quelle del poeta Roberto Roversi ed entra nel sociale con Automobili (dove c’è la finta intervista con l’avvocato Agnelli). Dalla ama la collaborazione con altri, un interscambio per accrescere la propria cultura, dar vita al cambiamento e conoscere a fondo i meccanismi della scrittura. Nel tempo, oltre che compositore della musica diventa infatti anche profondo autore dei testi. Nel mare di canzoni scritte da Dalla ci sono tre titoli che rappresentano la completezza e la ricchezza artistica di Lucio: Futura, nata osservando il muro di Berlino con una storia d’amore che oltrepassa le barriere; Com’è profondo il mare nel quale ci sono le tracce della sua vita ma anche un percorso storico che parla di deboli e di lotta di classe, e l’intreccio di melodia e poesia di Caruso, scritta guardando il mare di Sorrento dalla stanza del vecchio albergo dove soggiornò il celebre tenore. Il 4 marzo 2012, avrebbe compiuto 69 anni, ma stavolta il pubblico è andato a trovarlo per dirgli addio.


Se Lucio Dalla cercava sempre aperture nel mondo esterno dell’arte e nuovi mondi da esplorare con altri, Lucio Battisti ha sempre elaborato la propria musica e la ricerca con un fare un po’ da artigiano, mettendo a punto le sue composizioni musicali nel laboratorio-sala di registrazione con l’apporto di un cerchia ristretta di musicisti. Non amava incontrare la gente, diceva che per lui parlano le canzoni, una sorta di timidezza e senso della privacy che lo allontanava dagli effetti della popolarità. A chi per strada lo riconosceva e gli chiedeva «Ma tu sei Battisti?», lui rispondeva «Magari».


Anch’egli polistrumentista (voce, chitarra, pianoforte, batteria, basso e mandolino) cercava una penna che appoggiasse le parole sulla sua musica. E nel 1965 l’incontro arriva e si chiama Mogol, inizialmente scettico su ciò che aveva ascoltato di Battisti. Ma ne intuì le potenzialità e la disponibilità a lavorare assieme. «Lucio mi faceva ascoltare la musica e io nota dopo nota, trovavo l’ispirazione per le parole. Avevo di fronte a me uno straordinario compositore, potevo sperimentare anch’io linguaggi diversi dalle solite canzoni perché c’erano le sue melodie ad aprire il cuore», ha detto Mogol.


Come per Dalla, con Battisti sono nate canzoni senza età, rimaste nel tempo, da Mi ritorni in mente a I giardini di marzo, da Il mio canto libero a Pensieri e parole fino al capolavoro Emozioni. Ma Emozioni è poesia? Sì, perché come diceva William C. Faulkner, Nobel per la Letteratura nel 1949, «la poesia è l’intera storia del cuore umano su una capocchia di spillo». 

Certo il successo, ma Lucio Battisti cercava altro e finito il sodalizio con Mogol invertì il modo di comporre e iniziò a scrivere la musica sulle parole, quelle di Pasquale Panella e di album come Don Giovanni. Non tutto il pubblico ha apprezzato, ma Lucio è andato comunque controvento, ha sperimentato chiuso nella sua tana, fino alla fine dei suoi giorni, arrivata il 9 settembre 1998 a soli 55 anni.




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