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Loch Ness, quei suoni sono la voce (fantastica) di Nessie

LE NEWS DI RISPIRAZIONI - Le ricerche del mostro leggendario


Per citare Woody Allen, siamo in un mondo in cui Dio è morto e Marx in soffitta, non ci sentiremmo proprio bene se ci dicessero che non esiste Nessie, il mostro di Loch Ness.


Dopo decenni di avvistamenti, dopo il clamoroso fake della fotografia di un dinosauro, quella ordita il 2 maggio 1933 dai coniugi MacKay che possedevano un albergo sulle rive del lago di Lock Ness nelle Highlands scozzesi (il mostro era un sottomarino giocattolo al quale era stata attaccata una sagoma a forma di testa di serpente), «centinaia di volontari da tutto il mondo si sono dati appuntamento sulle sponde del lago scozzese, nella speranza di avvistare la leggendaria creatura. L'evento - il più grande degli ultimi 50 anni - è stato organizzato al Loch Ness Center», ci fa sapere SkyTg24.


Il lago di Lochness (Foto di Brandreth Hearn da Pixabay).

Droni per cercare di cogliere variazioni “termiche” dell'acqua con telecamere a infrarossi, un idrofono per rilevare eventuali suoni sotto la superficie dell'acqua, se Nessie esiste saprà sfuggire a dovere a questa invasione tecnologica. Anche perché il mostro fa parte dell’immaginario e della leggenda e il mito è difficile da sfatare. Il 7 agosto tale Steve Valentine ha avvistato una forma nera mentre era in barca. Esperienze simili quella del francese Etienne Camel che il 15 giugno ha visto un’ombra scura lunga 65 piedi nuotare a fior d’acqua, o quella di Francesca Mc Garvey che il 5 aprile ha visto una forma nera emergere dall’acqua…


Ora gli scienziati sono sul posto e non si arrendono al poco o nulla che svelano i loro droni e i microfoni posizionati ovunque. Microfoni che hanno regalato suggestioni inaspettate. Dice Alan McKenna, membro del gruppo di ricerca: «Venerdì abbiamo sentito dei suoni fantastici e bizzarri, il che è stato incredibile. Ancora non so cosa fossero. Quindi sabato e oggi siamo tornati su quella zona con l'idrofono ma non abbiamo sentito quei suoni. Quindi lascio decidere a voi. Potrebbe trattarsi del gas che fuoriesce dal fondo del lago, potrebbe essere un animale ovviamente, potrebbe essere l'inafferrabile mostro di Loch Ness».


In attesa di novità, seguiremo il consiglio di McKenna e continueremo a usare il condizionale («potrebbe o non potrebbe») e a viaggiare con quei suoni “fantastici”: del resto, abbiamo bisogno di credere alle leggende che fanno parte del nostro immaginario, al di là di qualsiasi prova avversa. E gli scettici che mentre ci stanno leggendo e scuotono la testa, si arrischierebbero mai a navigare di notte su quel lago?

Quindi, lunga vita a te, Nessie: nessun drone ti cancellerà mai dal nostro cuore e dalla nostra fantasia.


Foto di Sebastian Ganso da Pixabay.



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