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  • Immagine del redattoreGuido "Guidozilla" Gabrielli

Lezioni di vita, la musica che “guarisce”

Ci sono brani che in poche parole, sollevano la polvere da quell’immagine stantia, ossessiva e mai risolta, che si cala sulla domanda «cosa ci faccio io qui», oppure «a cosa serve tutto questo». Uno dei tanti koan, paradossali e razionalmente irraggiungibili, che la disciplina Zen mette in atto per liberaci dal costrutto di una realtà troppo complicata e prigioniera.

Facili da amare. Brani che, nella loro a volte simpatica ingenuità, forse non ambivano a diventare biblici e probabilmente non lo sono mai stati. Però il contesto, quella parola detta con quella inclinazione, ritardo, stonatura, ritmo, apre intuizioni ad una fantasia soffice e sorridente.

Ecco tre esempi

 

1) Sam Cooke – The Best Things in Life Are Free (1964)

 Tutto il bello della vita è gratis. Il sole, l’aria, il canto degli uccelli e potremmo proseguire con le gocce di pioggia, il vento che lega estremi opposti del pianeta, una rete invisibile, ma indivisibile che lega te e me come la magica rete di Indra fino a una ennesima potenza, è a disposizione di tutti. Sono le cose più importanti della vita e sono gratis. Quasi un'orribile banalità cosmica.

 Ma se a dirtelo è Sam Cooke, con la sua orchestra up tempo, dal vivo al Copacabana di New York, ci puoi credere. Ti viene da guardare il prossimo sconosciuto che ti capita negli occhi e dirgli: «Credici».

 

Billie Holliday (Foto Pixabay).

2) Billie Holliday - Why Was I Born

«Perché siamo nati, perché viviamo, che cosa otteniamo da questa vita e cosa stiamo dando?». Sembrano le domande che Arjuna sta chiedendo a Krishna il divino venuto sulla Terra per consigliare l’uomo che avrebbe salvato la saggezza dell’Universo, prima dell’epica battaglia di Kurukshetra, immortalata nel celebre poema indiano della Bhagavad-Gita.

«Che senso ha il bene che è in noi se è solo per noi stessi.

Perché cerco di attirati qui vicino a me, ti chiamo e tu non mi ascolti.

Perché continuo a desiderare cose che non posso neanche sperare, e in cosa posso sperare…

Sono solo un povero umano che è nato per amarti».

La canzone esprime semplicemente il profondo senso della vita: l’amore.

Perché si dice che ci sono due giorni importanti della tua vita: il primo è il giorno in cui sei nato e il secondo è il giorno in cui trovi il tuo scopo.

 In realtà il brano era stato scritto nel 1929  da Kern/Hammestith (musica e parole) per un musical del 1929, Sweet Adeline, di cui si sono perse tracce; ma la sua melodia e il senso  stupore rendono la domanda  e la risposta nello stessi insieme di «Cosa è tutto questo?» e sembra risolversi il mistero per qualche istante.

3) Pearl Jam - Present Tense

«Hai mai osservato il modo in cui si piega un albero, come raccoglie i raggi di sole. Riflettici, ecco una semplice lezione di vita da applicare».  

Questo incedere di riff della chitarra discendente che ritorna continuamente su se stessa, accompagna le riflessioni con tono profondo e stupito di Eddy Veder .

Questo brano è una celebrazione della maturità dell'apprendimento della saggezza, un lamento per l'innocenza perduta o una canzone sull'incapacità di separarsi dalle proprie illusioni, anche quando la nostra esperienza di vita le rivela false.

 

«Ti sei chiesto come finirà questa vita? Hai studiato le linee della tua mano? Credi che la strada di fronte a te si librerà in una trascendenza di luce?».

Ridiscutere di te stesso in continuo prenderà in ostaggio la tua gabbia toracica, fino a renderla una prigione di ricordi indelebili. Più ri-digerisci lo stesso pensiero, come se fosse vero, più velocemente dimenticherai la sua natura volatile, e rimarrai preda del suo odore acre. L’inutilità, troppo spesso, diventa uno stile di vita imperante. Ma prima o poi ti dovrai chiedere a cosa serva questo viaggio onnicomprensivo. Non è tutto una punizione, e tutto ha un senso se riesci a vivere in questo tempo presente.


Poi la musica prende il volo in una danza orgiastica con variazioni di ottave sempre sullo stesso accordo: il tempo presente. Dopo il volo atterra lievemente a terra; la batteria… il cuore pulsante,  l’arpeggio di chitarra ci lascia con gli occhi lucidi.

Il modo di condividere la vulnerabilità attraverso la musica aiuta tutti noi ad affrontare l’ineffabile e claustrofobico individualismo, senza farti sentire come se stessi scalando la tua ombra.

In qualche modo questo brano ti guarisce.




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