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  • Immagine del redattoreElena Tommaseo

Il risveglio a Delhi, un mondo di storie e di servizi a domicilio

Si sbaglia chi vede la metropoli di Delhi come una città caotica, dove la vita scorre frenetica e la giornata si svolge per una buona parte imbottigliati nel traffico. Delhi è una città dalle mille facce, e sì, le strade principali sono molto trafficate, ma appena se ne esce e ci si avventura nelle varie enclave, colonies e villaggi urbani, ecco che la vita assume la sua tranquilla dimensione a misura d'uomo. Ogni zona la sua, a seconda delle proprie caratteristiche.


Dove vivo ora, dagli ultimi 5 anni, il vicinato è molto tranquillo e l'enclave silenziosa. Devo dire che non mi dispiace troppo visto che la mia vita si svolge molto all'esterno e quasi quotidianamente faccio il pieno di rumori e confusione. L'enclave ha tre cancelli di accesso dalle strade esterne, ed è circondata da un muretto; la mia stradina ha sei case da un lato e sei case di fronte, tutte fra i tre e i quattro piani, ed è una stradina chiusa oltre la quale c'è una porzione della vecchia foresta di Jahanpanah. Da qui ogni tanto arrivano delle gang di macachi e, quotidianamente al mattino presto e al tramonto, arrivano dei pavoni. All'alba, insieme ai pavoni inizia anche il via vai dei vari walla.


Il walla è sostanzialmente «colui che si occupa di...» e se una persona decidesse di non uscire di casa per tutto il giorno, grazie a loro il Mondo andrebbe comunque da lui, ogni giorno, regolarmente. Solo il lockdown dovuto alla pandemia è riuscito a impedire lo svolgimento di queste attività, e quelle essenziali sono riprese, con permessi speciali, dopo qualche giorno dall'inizio delle chiusure.


Auto pulite ogni giorno

Chi possiede un'automobile è raro che la mattina ci salga sopra se non è lucida e splendente: qui si sporcano in fretta per via della polvere sabbiosa che si accumula sul ciglio delle strade e, per questo motivo, tutte le mattine i gadi dhone walla (gadi, pronunciato «gaRi» è la macchina, «dhona» dal verbo lavare) arrivano in bicicletta, con un secchio vuoto e gli stracci, riempiono il secchio dal rubinetto che si trova all'ingresso di ogni casa e cominciano a pulire le macchine di coloro che hanno pagato loro la quota mensile. Quando necessario, il proprietario lancia le chiavi dal balcone e loro puliscono anche gli interni. La pulizia parte dal tetto dell'auto e si conclude con i pneumatici.

Il gadi done walla.

Pulizia della strada

È auspicabile che l'auto venga utilizzata prima dell'arrivo delle “spietate” jaru walla, le donne che puliscono la strada con la jaru, loro radunano in mucchi tutto ciò che la gente ha gettato in strada il giorno precedente. Purtroppo questa è un'abitudine dura a morire in India e così facendo sollevano nuvole di sabbia che si ridepositano ovunque. In questa fase della giornata è bene ritirare il bucato steso e le auto lucide, incautamente lasciate parcheggiate, riguadagnano in gloria il loro strato di polvere che verrà rimosso il giorno seguente...


Fiori e giornali

Prima dell'arrivo delle jaru walli però sono già passati nell'ordine:

il phool walla che depone sui cancelli delle case dei sacchettini con i fiori per le pooja quotidiane, il paper walla, ovvero colui che consegna i quotidiani agli abbonati, le sue tasche traboccano di piccoli elastici neri con l'aiuto dei quali trasforma il quotidiano in un proiettile che lancia, con mira infallibile, sul terrazzo dei vari destinatari i quali, già dalle 6 del mattino, possono ritirarlo e leggerlo mentre fanno colazione.

Il lancio del paper walla.

Il latte a domicilio

Chi ha l'abbonamento per il doodh (latte) dovrà scendere con il suo contenitore e il colino all'arrivo del doodh walla: questi ha dei mestolini da mezzo litro e così misurerà il quantitativo destinato ai vari clienti. Il cliente riceverà il suo latte e procederà a pastorizzarlo da sé.

Il doodh walla.

Ricicleria ambulante

Il kabadi walla (pronuncia «kavaRi») passa in bicicletta strillando «kabadiiiiiiii»: ha dei sacchi bianchi che riempirà di vecchi giornali, cartone, elettrodomestici da rottamare, plastica, insomma qualunque cosa gli si voglia dare. Solitamente il kabadi walla pesa e paga, poi va a rivendere ai centri di raccolta del quartiere; personalmente non potrei mai farmi dare del denaro da questi uomini che già guadagnano il minimo per sostenersi e, se ne capita uno che non mi conosce, rimane sempre stupito quando gli dico di mettere via la sua bilancina e predere quello che gli do insieme alla mia benedizione.


Serve una domestica?

Chi non ha una domestica fissa riceve tutti i giorni la visita di quella che passerà per la pulizia del pavimento, le chiamiamo bhai, che poi significa «fratello»; i più sofisticati le chiamano maid, all'inglese.


Frutta e verdura

A una certa ora inizia il via vai di carretti dei phal walla (il venditore di frutta), nariyal walla (il venditore di cocco da bere), subzi walla (il venditore di verdure): questi vanno e vengono più volte e sono sempre due o tre diversi. Dal modo che hanno di strillare elencando la merce che portano siamo in grado di sapere «chi è chi»: ognuno ha il suo stile, quindi se io voglio fare i miei acquisti da Jyoti mi affaccerò sul balcone quando la sento arrivare, poi scendo e scelgo la merce o lascio fare a lei. Jyoti viene dal lontanissimo Tamil Nadu e ha resistito come ha potuto per tutto il primo lockdown, vivendo da sola in una stanzetta; il marito lo ha lasciato anni fa perché abusava di lei e i suoi due ragazzi studiano nella loro cittadina di origine. Preoccupati per lei, le hanno chiesto di tornare a casa appena fosse stato possibile trovare un mezzo e così non l'ho più vista per due anni. Da qualche mese è tornata: tutte le mattine alle 4 spinge a mano il suo carretto fino al mercato generale di Okhla, su per la salita della circonvallazione, fa rifornimento, e poi arriva qui, sempre sorridente, d'inverno avvolta nel suo scialle di lana, infradito ai piedi. Una donna che ammiro molto.

Il phal walla.

Il nariyal walla.

Jyoti, la subzi walla.

Dai flauti alle guarnizioni

Saltuariamente passano anche il venditore di flauti e palloncini, o quello di tappeti, talvolta il calzolaio, l'arrotino o quello che vende secchi e bacinelle di plastica. Più raramente colui che vende le guarnizioni delle pentole a pressione, che qui si usano molto, questi fa anche piccole riparazioni, tipo sostituire le valvole.


E poi c'è Rinku

Infine è il momento di Rinku, il giovane ragazzo del Bihar che viene a raccogliere l'immondizia, il kuda walla (si pronuncia «kuRa»). Rinku si annuncia con un fischietto e noi lasciamo l'immondizia sul pianerottolo. L'usanza del fischietto è iniziata con il lockdown, quando dovevamo portare giù la spazzatura individualmente per evitare a lui di entrare nelle case ed “esporsi”.

La figura di Rinku mi è molto cara: questo ragazzo quando fa molto caldo mi chiede ogni tanto un bicchiere d'acqua; io spesso gli preparo acqua e lime con un po' di zucchero e sale (qui si suda parecchio in certi periodi dell'anno). Lui ha la moglie e una bimba piccola al villaggio dove vivono con i suoi genitori, e durante il periodo iniziale della pandemia mi preoccupava molto la sua situazione. Un bravissimo ragazzo, anche lui sempre con un enorme sorriso e una grande gentilezza.


N.B. Abbiamo deciso di usare sempre il termine «walla» anche nel plurale e al femminile: lo abbiamo fatto per non confondere il lettore italiano, ma ce ne scusiamo con gli indiani e con chi parla e legge l'hindi.


Sopra e sotto, Rinku, il kuda walla.

Tutte le immagini di questo articolo sono di Elena Tommaseo ©.


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