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  • Immagine del redattoreElia Perboni

Il lato oscuro della Luna e il tormento dell'esistenza

Aggiornamento: 4 apr 2023

Da 50 anni The Dark Side of the Moon racconta un viaggio. Tuo e mio.


Cinquant’anni fa - era il 1973 - i Pink Floyd alzavano lo sguardo verso la Luna e ne osservavano il lato oscuro, The Dark Side Of The Moon.

È da questa visione dell’ombra che nasce il racconto tormentato dell’esistenza umana, un profondo viaggio dentro noi stessi dopo il vero viaggio sulla Luna illuminata di quattro anni prima (20 luglio 1969), un volo tra le pareti buie e la psiche dell’uomo, i suoi conflitti, le sue domande.

Parole adagiate, incastrate in una soundtrack nella quale psichedelia, effetti sonori, suoni dilatati, evocazioni visionarie si alternano a ballate intimiste, una forma canzone comunque mai lineare, densa di magia e atmosfera sospesa.

Un racconto, quello del concept album The Dark Side Of The Moon, che parte già dalla copertina: il triangolo che s’ispira al prisma di Newton secondo la cui legge un raggio di luce che colpisce un prisma si suddivide nei sette colori dell'arcobaleno. Nella copertina in realtà i colori sono sei: il porpora sostituisce l’indaco e il viola perché messi vicini avrebbero creato confusione in chi guarda. Quel prisma rappresenta anche il gioco di luci che il gruppo utilizza nei concerti, un grande light show, unico nella storia del rock, l’amalgama tra suoni e immagini che spesso hanno una funzione descrittiva al di là delle parole. Tutto rientra nella lunga ricerca e sperimentazione dei Pink Floyd nella quale The Dark Side Of The Moon ne rappresenta la summa.

È frutto maturo della prima anima inquieta della band, di colui che ha segnato le prime tracce attraverso la sua follia creativa (ma non solo): Syd Barrett, scomparso nel 2006 in completa solitudine, affetto da tempo da una grave malattia mentale, il suo lato oscuro. C’è anche lui, l’uomo dal pensiero irregolare e dalla cui fantasia scaturì lo stile dei Pink Floyd in questa eclissi, metafora delle nostre ombre. E la follia è uno dei temi-capitolo del racconto assieme a quello della violenza e della morte, del tempo che scorre, dell’incomunicabiltà (molto sentita in particolare da Roger Waters) e del denaro.


Ma c’è anche la vita che nasce e continua, la speranza alla quale ci aggrappiamo: c’è il cuore che batte, pulsa, ad aprire e chiudere questo viaggio, un ritmo costruito dal suono di una grancassa imbottita suonata da Nick Mason. Il palpito del cuore, ma anche il respiro: «Respira/inspira l’aria/non aver paura di preoccuparti», raccontano in Breathe. Respira perché la vita è una corsa (On The Run) in una società che ha il mito dell’accumulo e dell’avidità (Money) mentre il tempo passa inesorabile, sei più vecchio, resti indietro e solo allora capisci che non aveva senso (Time).

Non c’è evoluzione in quest’uomo, c’è un mondo che ripete gli stessi errori da sempre: violenza e guerra per il potere. Sembra il film di oggi, la stessa pellicola logorata dalle proiezioni. «Ascolta figliolo, disse l'uomo con la pistola/Dentro c'è posto per te». È Usand Them dove le note del sax urlano la sofferenza.

Ed eccola in Brain Damage (danno cerebrale) la “presenza” di Syd Barrett, l’amico perso tra esplodente creatività, genialità e acidi lisergici, padre della psichededia pinkfloydiana: «Se non c'è spazio sulla collina/E se anche la tua testa esplode di oscuri presagi/Ci vediamo sul lato oscuro della luna/Il pazzo è nella mia testa».


L’uomo raccontato nelle tracce di The Dark Side Of The Moon arriva alla fine, la fine della sua vita. La rivede, riavvolgendo il nastro, rappresentata in una cornice di emozioni sotto i raggi del sole. Ma il sole scompare eclissato dalla luna (Eclipse): «Tutto ciò che è ora/Tutto ciò che è andato/Tutto quello che deve venire/E qualsiasi cosa sotto il sole è in sintonia/Ma il sole è eclissato dalla Luna».

Tutto ha una fine. E qual è il messaggio sottotraccia, forse inconsapevole, dei Pink Floyd in quest’opera che racconta delle umane battaglie tra la nascita e la morte nel nostro passaggio sul pianeta? Nella sintesi di una parola: impermanenza.

 



 


 

 

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