
L’idea era partita così: scriviamo dei 5 libri che ci hanno cambiato la vita! Ma no, non esiste un libro che mi ha cambiato la vita (e tutti i libri che ho letto me l’hanno cambiata), la mia vita cambia con il mio umore, quindi ogni 10 minuti…sono Bilancia ascendente Gemelli, ho la stabilità emotiva di un ottovolante, il mio umore è mutevole, nonostante abbia superato gli anta, come quello di un’adolescente e sono morbida fuori e rigida dentro, un gelato con lo stecco! Così ho deciso di raccontare dei 5 libri che (almeno per il momento!), secondo me, non dovresti non aver letto. Per me da leggere nel prossimo mese, periodo di pausa dal lavoro e dalla vita quotidiana in città, ne ho comprati giustappunto 5, ma non posso ancora consigliarveli perché ho l’abitudine di leggerlo un libro prima di giudicarlo e tantopiù di consigliarlo.
Inizierei da uno degli ultimi che ho letto, un volumetto di poche pagine, intensissime per il tema trattato, che riuscirete a leggere anche in due giorni, quindi portatelo con voi se partite per un fine settimana. Si intitola Inventario di quello che resta dopo che la foresta brucia, di Michele Ruol, ed è un libro pazzesco perché parla di un dolore così grande che non è immaginabile e lo fa attraverso gli oggetti, che sono appartenuti ai protagonisti, ricordando quegli occhi e quelle mani che ci si sono appoggiati, quelle vite che li hanno accompagnati. I soggetti non vengono chiamati per nome e questo, a mio avviso, rende il racconto ancora più vivido, le sensazioni palpabili. DENSO.
Il secondo non può che essere quello di uno dei miei scrittori preferiti, Murakami Haruki, il primo di lui che ho letto e quindi quello che ha fatto scattare la scintilla: Kafka sulla spiaggia. Amo gli scrittori giapponesi, il loro modo di scrivere lento e lineare, sempre sognante. Questo libro è un inno alla bellezza, alla delicatezza, all’attesa. VISIONARIO.
Il terzo è il romanzo di uno scrittore americano, del 1965. Lo scrittore è John Williams e il libro è Stoner. Questo è uno di quei romanzi che ti cattura e non riesci a capire bene il perché. È la storia di un ragazzo che va al liceo, poi all’università e poi diventa professore. Una vita ordinaria e ordinata la sua, un uomo dai grandi sentimenti, ma forse incapace di esprimerli, sottomesso e silenzioso, quasi fastidioso nella sua rassegnazione a vivere una vita fin troppo comune. Finché qualcosa non arriva a sconvolgere e travolgere la sua ordinarietà e lui finalmente sente di essere vivo. BELLO E BASTA.
Il quarto è il romanzo di uno dei miei grandi amori, fin dall’adolescenza, Stefano Benni. Se non avete ancora mai letto niente di suo vi suggerisco di iniziare con La compagnia dei Celestini, un libro divertente e spaventoso, tremendamente attuale. Benni fantastica su un mondo futuribile raccontando la storia di un gruppo di ragazzi che vivono in un orfanotrofio gestito da Don Biffero, uno dei tanti personaggi orrendi e ridicoli che costellano i suoi romanzi, che sognano di trovare un giorno due genitori disposti ad accoglierli e intanto giocano a pallastrada e vanno in spiaggia, dove i gamberi si litigano gli ultimi scampoli di ossigeno residui in un mare d’inchiostro. DIVERTENTE.
L’ultimo l’ho letto proprio la scorsa estate ed è il romanzo di Ram Pace, Educazione indiana. La storia (autobiografica) di un ragazzino che nasce da due genitori hippie che però appartengono a famiglie borghesi e provengo da un’educazione rigida. Il padre di Ram, un personaggio strampalato capace di partire per giorni, anche mesi, prima portandosi dietro il figlio piccolo poi e invece lasciandolo, 17enne, nel casale alla periferia di Roma ad arrangiarsi da solo, amante dell’India e della cultura indiana, cresce il figlio con il rispetto per i rituali, con un’educazione indiana che ha acquisito vivendo per mesi in quel Paese, in una casa costruita per la maggior parte con le sue mani e con l’aiuto di amici in anni e anni, con una puja al centro della camera principale, quello che sarebbe il nostro salotto, dove invece a casa dei nonni Ram ha sempre visto una poltrona e una tv. AVVINCENTE!
Non vi suggerisco invece di leggere i romanzi dello scrittore che ultimamente ha conquistato la pole position dei miei scrittori preferiti, Chuck Palahniuk, se avete lo stomaco debole. Palahniuk è il Quentin Tarantino dei romanzieri. Pulp. Mooolto pulp! Invisible monster è in assoluto il mio preferito tra quelli letti finora, ma devo ancora leggere Fight Club, che poi sarebbe quello che lo ha consacrato alla notorietà. Spero che coglierete qualche mio suggerimento, sarebbe bello sapere che non avevate ancora letto quel libro e che, leggendolo, vi ritrovaste a dire: «Fede ha fatto bene a suggerirmelo», ma anche «Io e Fede non abbiamo assolutamente gli stessi gusti in tema di libri». Comunque vada, buona lettura!

... e ci sta indicando come e dove accogliere ciò che ci accade. Forse non c’è da nuotare verso o contro. Solo potremmo imparare a galleggiare. Per galleggiare è necessario solo aprire le braccia. Una meditazione che ci insegna a godere dei doni della Vita. Anche quelli che non sembrano doni
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